La notizia, riportata ieri dal nostro giornale, dei post di Hillary Clinton e Barack Obama di cordoglio per le vittime delle stragi in Sri Lanka, ha sollevato un dibattito incendiario su Internet. Il tutto derivato dalle parole usate in contemporanea dai due leader del Partito democratico americano per le vittime, definite “Easter worshipper” invece di “christians”. Come si sa, oltre ad alcuni alberghi, il target maggiore degli attentatori sono state alcune chiese cattoliche dove si stava celebrano il rito pasquale. “Eastern worshipper”, come abbiamo scritto, non significa nulla: letteralmente è “adoratori della Pasqua”, ma può anche essere letto come “fedeli”. C’è chi sostiene oggi che l’ex presidente della Casa Bianca e la sua collega non abbiano detto niente di male, anzi, e chi l’accusa di aver volutamente ignorato la parola “cristiani” per non offendere i musulmani. Fa chiarezza su questo fatto quanto riporta oggi il sito Alettai in un articolo di Lucandrea Masara: “Ecco che quindi le parole scelte non sono banali, i due hanno scelto “Easter worshippers” letteralmente “adoratori della Pasqua”, non “christians”, tra l’altro più breve in un testo che deve stare in un tweet”. Viene spiegato che proprio quando Hillary Clinton era segretario di stato, “i tentativi di cambiare la terminologia relativa alla libertà religiosa cambiando da “freedom of religion” a “freedom of worship”. Tale cambiamento, spiega Pasquale Annichilo, giurista che discusse del cambiamento con la Clinton, “minato la possibilità di riconoscere – in aree difficili del mondo – la possibilità per i fedeli di organizzarsi in chiese riconosciute, essere quindi formazioni sociali visibili con dei diritti e la possibilità di incidere nel dibattito sociale. La dicitura “freedom of worship”, il diritto di credere, rientra esclusivamente nel foro interno, nei diritti della propria coscienza, ma è solo se si persegue e si difende la “freedom of religion” che è possibile legittimare le conversioni pubbliche, difendere i luoghi di culto, i diritti delle famiglie ad una istruzione religiosa per i figli”. In questo modo, usare il termine “worshippers” relega la religione alla sfera della libertà di parola, “ma non a quella di legittimo comprimario nel discorso pubblico”. Cioè censura la presenza attiva dei cristiani nella vita pubblica.



I TWEET INCRIMINATI

Gli “adoratori della Pasqua” devono essere una nuova setta, una nuova confessione religiosa che solo l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e l’eterna candidata che non vince mai alla Casa Bianca, Hillary Clinton conoscono. In realtà “easter worshippers”, come i due esponenti del Partito democratico hanno definito le vittime degli attentati nello Sri Lanka del giorno di Pasqua, si potrebbero definire anche “coloro che pregano durante la Pasqua”. Ora, anche i bambini sanno che la Pasqua è una festività tradizionalmente e unicamente cristiana. Anche gli ebrei ovviamente la festeggiano, fu infatti in occasione della pasqua ebraica che Gesù si recò a Gerusalemme quando venne arrestato e ucciso, ma si tratta di una festività del tutto diversa dedicata alla liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto e non si celebra la domenica, ma ha durata di una settimana, sebbene nello stesso periodo.



GLI “ADORATORI DELLA PASQUA”

Comunque, ebrei o cristiani, nessuno li ha mai chiamati gli “adoratori della Pasqua”: o li si chiamano ebrei o cristiani. Ma visto che gli attentati sono avvenuti il giorno della Pasqua cristiana, di domenica, nelle chiese cristiane, non avrebbe dovuto essere difficile per Obama e la Clinton nei loro twitter di cordoglio per gli attentati scrivere semplicemente “cristiani”, no? Si legge invece nel post di Barack Obama che “Gli attacchi ai turisti e agli adoratori della Pasqua sono attacchi all’umanità” e in quello della Clinton “in questo santo weekend per molte fedi (solo due come abbiamo detto, ndr) prego per le persone colpite dagli attacchi agli adoratori della Pasqua”.  Insomma, vietato parlare di cristiani. Non è una novità e i due non si sono messi d’accordo. Da anni negli Stati Uniti ad esempio non si fanno più gli auguri per Natale, ma “per il periodo festivo”. Ogni riferimento alla religione cristiana è accuratamente cancellato perché non si devono offendere gli appartenenti alle altre religioni. Il Natale, festa cristiana, diventa così una festività generica, e adesso anche la Pasqua non è più cristiana. Con rispetto per gli oltre 200 morti in chiesa.

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