Emergono nuovi (e per certi versi sicuramente interessanti) dettagli sul ritiro – inaspettato, ma invocato pressoché da chiunque nel mondo Dem americano – di Joe Biden e in particolare sul ruolo dell’ex presidente Barack Obama: quest’ultimo – secondo un indiscrezione che circola ormai da tempo e che è stata confermata da fonti vicine al presidente uscente sia al giornalista Seymour Hersh, sia alla redazione del New York Post – avrebbe spinto per il ritiro dell’ex collega al punto da arrivare ad invocare il 25esimo emendamento.



Hersh – comunque – dal conto suo ci tiene a precisare che il punto di rottura tra Biden ed Obama (che pubblicamente sembravano tanto affiatati) sarebbe stato ovviamente quell’infelice dibattito contro l’avversario Trump che avrebbe reso impossibile al Dem “tenere nascosta la sua crescente menomazione”; e – soprattutto – il conseguente ed ingente ritiro delle donazioni per la campagna elettorale da parte dei principali investitori.



Secondo la fonte di Hersh durante la permanenza del Dem a Las Vegas – dove era atteso per un evento pubblico, poi rimandato a causa del covid – il trio Pelosi, Schumer (leader della maggioranza in Senato) e Jeffries (leader, questi, dell’opposizione, sempre in Senato) avrebbe dato il via libera ad una telefonata “tra Obama e Biden che gli ha detto: ‘Ecco l’accordo, abbiamo l’approvazione di Kamala per invocare il 25esimo emendamento“.

La ‘vendetta’ di Biden contro Obama: “Ha sostenuto la Harris contro il parere dell’ex presidente”

Parole che da noi potranno sembrare quasi senza significato, ma che diventano interessanti se recuperiamo il contenuto del 25esimo invocato – almeno pare – da Obama per convincere Biden ad abbandonare la corsa elettorale: infatti si tratta di un emendamento che permette di sollevare il presidente in carica nel caso in cui il suo vice – appunto, la Harris – e altri osservatori lo ritengano “inadatto a svolgere il suo ruolo” per malattia, impeachment o morte. “Era chiaro – continua la fonte – che [l’ex presidente] avrebbe ottenuto l’approvazione del capo”, mentre emerge anche che Obama avrebbe chiarito a Biden che “non avrebbe appoggiato immediatamente” la candidatura della Harris.



Dopo la parole di Hersh vale la passare anche all’articolo simile pubblicato dal New York Post, in cui un’altra (o forse la stessa) fonte avrebbe anche spiegato che la decisione dell’attuale presidente di sostenere la su vice immediatamente sarebbe stato “il grande vaffan*ulo di Joe” all’idea dell’ex presidente – appoggiato anche dalla Pelosi – di tenere delle mini primarie Democratiche.

“Un vero e proprio colpo alla schiena di Joe Biden – sintetizza la fonte al NYP – contro Obama e Pelosi per averlo costretto a dimettersi“, permettendogli peraltro di “mantenere la sua influenza” sia durante la campagna della vice, sia durante il suo (eventuale?) mandato. Chiudendo la stessa fonte rivela anche che il punto di rottura tra i due sarebbe stato il fatto che nel 2016 l’allora presidente costrinse il suo vice a non candidarsi per lasciare il posto ad Hillary Clinton: insomma, una vendetta in pienissimo stile.