Il limite di 30 km/h nei centri urbani nelle città più importanti d’Italia continua a far discutere. A Bari, il sindaco Antonio Decaro, ha rivendicato con orgoglio che il limite nella sua città è già presente da diversi anni. Nel corso del 2024 si aggiungeranno altre cinque zone nelle quali bisognerà rispettare il limite dei 30 all’ora. Ma non è tutto: come spiegato dal primo cittadino, che è tra l’altro anche presidente dell’Anci, ci saranno anche zone nelle quali non si potranno superare i 10 chilometri all’ora. A fare la guerra ai baresi ci sarà anche l’Intelligenza artificiale. Infatti dal prossimo 1 luglio diventerà obbligatorio il cosiddetto Isa, ossia l’Intelligente Speed Assist, sulle nuove auto.



Si tratta, come spiega La Verità, si un sistema che legge i segnali stradali e adegua la velocità del veicolo. Ma si tratta di un modello che funzionerà davvero? Secondo il portale ‘Quattroruote’, no. È stata infatti fatta una prova e il risultato è stato un disastro: sei modelli sono stati testati su un circuito di 40 chilometri e hanno commesso 28 errori complessivi. L’intelligenza artificiale è entrata in confusione a causa della cattiva manutenzione della segnaletica: cartelli storti, corrosi dal tempo e poco leggibili hanno mandato in tilt il sistema. Al momento la tecnologia potrà essere disattivata ma cosa succederà, in futuro, se così non sarà?



Limitatori di velocità: il cattivo stato dei segnali rende tutto più complicato

Secondo un monitoraggio di Assosegnaletica, l’associazione dei produttori e degli operatori che si occupano dell’installazione e della manutenzione dei segnali stradali, il 60% è fuorilegge tra quelli verticali e quelli orizzontali vanno anche peggio. In Italia, secondo l’associazione, non è stata resa obbligatoria la norma europea sui valori minimi di rifrangenza e visibilità: “In alcuni circolari il ministero suggerisce di seguirla. Ma più dell’80% è ben al di sotto degli standard minimi richiesti dall’Europa. Il caso più comune è quello delle strisce che nella quasi totalità sono poco visibili” denuncia l’Assosegnaletica. 



La stessa situazione vale per la presenza di autovelox, spesso nascosti da altre insegne o da ostacoli naturali come alberi. La situazione ha fatto proliferare il fenomeno delle multe selvagge a vantaggio dei Comuni, spiega La Verità. Intanto, tornando alla questione del limite dei 30 km/h, Salvini ha scritto al sindaco di Bologna Lepore ricordandogli che “la direttiva individua puntualmente i criteri che le amministrazioni comunali sono tenute a rispettare nella fissazione di limiti di velocità derogatori rispetto a quello previsto in via generale dal predetto articolo 142, comma 1 del Codice della strada, corrispondente a 50 km/h”. Lepore aveva però già indicato di non voler seguire le indicazioni del ministero.