L’obbligo vaccinale per i docenti è sul tavolo del governo. Secondo ultimi dati risultano ancora più di 200mila non vaccinati tra professori e personale non scolastico. Il premier incontra in queste ore i sindacati mentre il ministro Speranza dice che “nulla è escluso”. Su una cosa sono tutti d’accordo, non si deve tornare, con il nuovo anno scolastico, alla DAD: “Nostra priorità è avere scuole aperte e in sicurezza”. Per arrivare a questo, il professor Fabrizio Pregliasco, ricercatore del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano non ha dubbi: “Tutti devono essere vaccinati, dai docenti agli studenti, compresi i bambini dai 0 ai 6 anni. Non è una cosa bella, ma la variante Delta colpisce soprattutto i giovani e i giovanissimi che possono diventare autentici untori. I casi di focolai nelle scuole, lo abbiamo visto con la riapertura, sono stati tanti e il personale docente va equiparato a quello sanitario. Un professore positivo al Covid può costringere dieci classi alla DAD e questo non lo vogliamo”.



Vaccinazione obbligatoria degli insegnanti: ma c’è la tempistica sufficiente per riuscirci? Siamo alla fine di luglio, la scuola ricomincia fra un mese.

Bisognerà fare uno sforzo, c’è tempo almeno per una prima dose e per una pianificazione. Un po’ come si è fatto con il Green pass che per adesso vale anche con una sola dose, un modo per indurre a vaccinarsi e velocizzare i tempi. E’ triste il fatto che bisogna ricorrere alla vaccinazione cosiddetta obbligatoria per gli insegnanti, ma è un po’ come è stato fatto con il personale sanitario, perché il personale docente corre un rischio superiore alla popolazione normale.



In che senso?

I bimbi con la variante Delta possono avere sintomi positivi asintomatici diventando, per usare una parola forse che spaventa ma è realistica, degli untori. In più la funzione sociale degli insegnanti è importante perché come abbiamo visto in questa seconda fase con le scuole riaperte si sono verificati molti focolai. Basta un professore positivo per mandare in DAD dieci classi.

C’è però un problema. Proprio l’introduzione del Green pass sta portando molta gente a vaccinarsi e secondo fonti autorevoli si starebbe registrando una mancanza dei vaccini, le risulta?

Sicuramente la pianificazione degli arrivi era pensata sull’attuale attività, può darsi che questo crei delle liste di attesa. Un modo per risolvere questa problematica potrebbe essere quella di fare una premessa, prenotarsi come elemento temporaneo di attuazione.



Il personale scolastico comunque, stando agli ultimi dati, risulta vaccinato all’85%, ma ci sono grosse differenze regionali, soprattutto al sud. Come mai?

C’è stata sicuramente un’ondata negativa causata da quei casi provocati purtroppo da AstraZeneca e ai docenti inizialmente si somministrava proprio quel vaccino. Ci furono dei morti, alcuni Pm si misero a fare autopsie a tutti coloro che morivano di vaccino, è chiaro che questo ha provocato paura per presunti eventi avversi, una paura non realistica.

Tornando ai minori, non godono di immunità naturale?

Assolutamente no, sono colpiti tantissimo dalla variante Delta. Nella prima fase è vero che il virus originale proveniente da Wuhan aveva una carica virale minore e faceva sì che i giovani fossero meno coinvolti.  Questo perché hanno meno recettori ACE2, la cosiddetta “porta di accesso” del virus, un enzima che si trova nell’epitelio polmonare e a livello cardiaco, nell’intestino, nei reni e nei vasi sanguigni. La proteina spike si aggancia ai recettori ACE2, i giovani ne hanno meno e l’originale non riusciva ad agganciare facilmente questi pochi recettori. Il Delta invece è più bravo ad agganciare quei pochi recettori e i giovani sono molto coinvolti.

Per cui lei è tra quanti dicono che anche i minori devono essere vaccinati?

Certamente. Ci sono nuvole all’orizzonte sui vaccini autorizzati perché hanno evidenziato una probabilità di 4 casi su 100mila di miocardite lieve e questo ha fatto sì che tedeschi e inglesi hanno detto, aumentiamo la casistica, cominciamo a vaccinare i bambini fragili e a rischio. Ma è la stessa storia di AstraZeneca, un vaccino ammesso dalle autorità sanitarie internazionali. Tutti devono essere vaccinati magari in futuro potremo vaccinare solo i soggetti a rischio.

Rimanendo alla scuola, come si potrà affrontare il problema dei trasporti?

E’ un bel problema. Ci sono aspetti che non sono colpa del governo, ma di riorganizzazione di tutto il sistema. Se, ad esempio, differenziamo gli ingressi a scuola, ad esempio alcuni alle 6 del mattino altri alle 10, nascono problemi sindacali epocali. Non è facile affrontare questo aspetto.

(Paolo Vites)