«L’obbligo vaccinale non può fermare la diffusione del Covid». La stroncatura arriva dal professor Joseph A. Ladapo, associato alla David Geffen School of Medicine dell’UCLA. Sulle colonne del Wall Street Journal ha contestato alcune delle misure adottate dalla politica durante la pandemia. Dal sollecito zelante all’uso delle mascherine, «una misura che ha avuto, nel migliore dei casi, un effetto modesto sulla trasmissione virale», alle chiusure, che avrebbero portato «ad un aumento dei decessi in generale, ma comunque considerate una soluzione accettabile». Si arriva quindi all’obbligo vaccinale, su cui non ci sono evidenze scientifiche riguardanti la possibilità che fermi il Covid. «Gli obblighi violano l’autonomia personale e possono portare a lotte politiche e conseguenze non volute, ma hanno valore in alcune situazioni. In generale, comunque, una politica saggia rispetta il valore intrinseco dell’autonomia persona e cerca il percorso meno gravoso per ottenere vantaggi sociali».
Il professor Joseph A. Ladapo ha ricordato l’argomento ricorrente di chi sostiene l’obbligo vaccinale: il rischio di infettarsi. «I vaccini riducono, ma non impediscono la trasmissione. La protezione dall’infezione sembra diminuire nel tempo, in modo più evidente dopo tre o quattro mesi, alla luce di uno studio su oltre 300mila persone nel Regno Unito». Ma ci sono studi clinici condotti in Usa, Israele e Qatar con risultati medesimi.
L’ALTERNATIVA ALL’OBBLIGO VACCINALE
Il professor Joseph A. Ladapo al WSJ ha citato un recente rapporto dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), secondo cui a causa della variante Delta l’efficacia del vaccino per quanto riguarda la protezione dall’infezione «è scesa da circa il 91% al 66%». La buona notizia è che i vaccini continuano a garantire una protezione significativa contro le forme gravi da Covid. «La risposta di molti sostenitori del vaccino è stata quella di promuovere i richiami, e la spinta ala terza dose sta superando i limitati dati disponibili», ha osservato Ladapo. Questi suggerisce un approccio più pratico, con strategie diverse, tra cui «l’uso di terapie ambulatoriali». Il riferimento è anche agli anticorpi monoclonali, che «sono ancora usati poco frequentemente, nonostante le prove che mostrano una sostanziale riduzione del rischio di ospedalizzazione». E cita l’antidepressivo fluvoxamina, «efficace, sulla base dei risultati di un recente, grande studio clinico attualmente in fase di revisione tra pari che ha trovato una riduzione del 30% del rischio di ospedalizzazione». Diverso il discorso per idrossiclorochina e ivermectina, a chi Ladapo non chiude la porta, nonostante le dure bocciature.
“PERCHÉ OBBLIGO VACCINALE È RISOLUTIVO”
I motivi per i quali l’obbligo vaccinale non può porre fine alla diffusione del coronavirus per il professor Joseph A. Ladapo sono due: il calo di efficacia e la diffusione di nuove varianti. «È ragionevole consegnare decine di milioni di persone a un numero indeterminato di richiami e alla minaccia di perdere il lavoro se non è chiaro che più dosi fermeranno la diffusione?», si chiede, ignorando però il fatto che un’alta copertura vaccinale potrebbe fermare la diffusione di nuove varianti. Per Ladapo i vaccini non vanno imposti, ma promossi. L’obbligo, invece, «prolungherà i conflitti politici su Covid-19 ed è una strategia sempre più insostenibile progettata per raggiungere un obiettivo irraggiungibile».