Una vera e propria Waterloo, per l’Amministrazione Biden. Pochi giorni fa la Corte Suprema ha annullato la normativa dell’Amministrazione che imponeva ai datori di lavoro sopra i 100 dipendenti di assicurarsi che i lavoratori fossero vaccinati, o indossassero mascherine, o venissero testati settimanalmente. La Corte ha comunque fatto salvo un diverso obbligo vaccinale per circa 20 milioni di lavoratori nel settore della sanità.



“La maggioranza del Senato si era espressa, e aveva bocciato l’obbligo generalizzato di vaccinazione. La risposta dell’Amministrazione Biden è stata quella di forzare la legge oltre il punto di rottura nel tentativo di imporre una politica one-size-fits-all per tutti gli Stati Uniti”, ma la Corte ha detto no, spiega al Sussidiario John Yoo, Emanuel S. Heller Professor of Law all’Università di Berkeley, già consigliere giuridico dell’Amministrazione Bush, esperto di dottrina dell’emergenza e dei poteri presidenziali.



Da settembre scorso, in diverse occasioni, Yoo ha sostenuto che gli obblighi vaccinali introdotti attraverso l’Osha (Occupational Safety and Health Administration) – la via scelta da Biden per instaurare l’obbligo – non avrebbero superato un controllo di costituzionalità. In questa intervista Yoo ci spiega in dettaglio perché l’obbligo di Biden è stato giudicato incostituzionale, ma la portata di molte sue osservazioni supera ampiamente i confini degli Stati Uniti.

Prima di tutto occorre spiegare al pubblico italiano cos’è Osha e perché il Governo federale ha deciso di usare un’agenzia amministrativa per implementare l’obbligo vaccinale. Perché non è stato approvato con un voto del Congresso?



L’Osha è l’Agenzia federale responsabile della regolamentazione della sicurezza nei posti di lavoro. L’Amministrazione Biden ha scelto di usare l’Osha perché il Congresso si era rifiutato di approvare una legge che desse esplicitamente alle agenzie l’autorità di obbligare l’intera nazione alla vaccinazione. Di fatto la maggioranza del Senato si era espressa, e aveva bocciato l’obbligo generalizzato di vaccinazione. La risposta dell’Amministrazione Biden è stata quella di forzare la legge oltre il punto di rottura nel tentativo di imporre una politica one-size-fits-all per tutti gli Stati Uniti.

Perché l’obbligo vaccinale imposto dall’Amministrazione Biden è stato dichiarato incostituzionale?

Come ha chiarito la Corte Suprema, la legge federale che disciplina la sicurezza sui posti di lavoro – approvata più di 50 anni fa – non dava a Biden il potere di pretendere che tutti i lavoratori statunitensi dovessero sottoporsi ad una vaccinazione. La legge è stata pensata per intervenire su problemi come la presenza di asbesto, la qualità dell’aria, gli incidenti sul lavoro e altri rischi comunque legati alla presenza sul luogo di lavoro. Ma la pandemia da Covid non riguarda soltanto il luogo di lavoro, perché chi lavora è esposto al rischio Covid indipendentemente da quello che succede negli uffici o nelle fabbriche. Se il Congresso avesse voluto investire l’Amministrazione di un potere così esteso di controllo sociale avrebbe dovuto esplicitarlo chiaramente nella legge. Soprattutto se si considera che un conferimento di poteri di questa portata avrebbe inevitabilmente fatto sorgere problemi sul versante della distribuzione di poteri tra singoli Stati e Governo federale. E visto che il Congresso non si è mai espresso in questo senso, la Corte ha potuto facilmente annullare l’obbligo.   

La Corte Suprema ha stabilito che l’obbligo vaccinale per i lavoratori nelle grandi imprese è contrario alla Costituzione, ma lo ha salvato per i lavoratori del settore sanitario. È sorpreso da questo risultato?

No, non sono sorpreso. L’Amministrazione Biden ha cercato di piegare una legge che disciplina l’attività sui luoghi di lavoro per trasformare l’Osha in un organismo che interviene sulle libertà individuali in nome della salute e della sicurezza pubblica. Ma secondo la Costituzione degli Stati Uniti, ad essere responsabili della tutela della salute pubblica sono gli Stati, non il Governo federale. Il Governo federale ha il potere di regolamentare questioni che influiscono sul commercio tra Stati e norme sui luoghi di lavoro. Norme di questo tipo possono superare il vaglio di costituzionalità. Ma l’Amministrazione Biden non ha cercato di intervenire in buona fede sulla sicurezza sul posto di lavoro: ha apertamente ammesso che stava cercando di “aggirare” i limiti costituzionali dei suoi poteri, trasformando l’Osha in un’Agenzia federale di salute pubblica.   

Qualche opinione dissenziente interna alla Corte – e qualche politico – hanno dichiarato che la decisione della Corte Suprema è “antiscientifica”. D’altro lato ci sono dubbi che le politiche sanitarie praticate dall’amministrazione Biden siano incontrovertibili. Un libro appena pubblicato negli Usa, ad esempio, di un esperto come Scott Atlas (A Plague upon our House, 2021) mette pesantemente in discussione le basi scientifiche che hanno portato alla presente gestione della crisi Covid negli Usa. Qual è la situazione negli Stati Uniti da questo punto di vista?

La Corte ha messo in chiaro che non stava vagliando la logica scientifica che sta dietro ai vaccini. Stava solo verificando quale organo del governo avesse l’autorità di stabilire una politica di salute pubblica. Nessuno mette in discussione che gli Stati possano richiedere la vaccinazione, se lo vogliono fare. Però è significativo che nessuno Stato abbia ritenuto di imporre alla popolazione un obbligo generale di vaccinazione. Abbiamo visto, invece, gli Stati adottare politiche diverse, come è normale che sia nel sistema federale americano. Io credo che i dati non dimostrino finora che le chiusure rigide e l’uso estremo di mascherine abbiano controbilanciato le perdite economiche, di salute, e sociali causate da queste politiche. Né credo che abbiano avuto un reale effetto nel ridurre la perdita di vite per il Covid: soprattutto se confrontate con l’invenzione e la distribuzione dei vaccini.   

Ma alla fine, cosa è incostituzionale? L’obbligo vaccinale come tale o l’obbligo introdotto attraverso l’Osha? Il Congresso avrebbe potuto istituire un obbligo vaccinale per tutto il Paese? O lo avrebbero dovuto fare i singoli Stati? 

Ad essere responsabili della salute pubblica sono gli Stati, non il Governo federale. E sono gli Stati ad avere il potere di imporre un obbligo alla vaccinazione all’interno dei loro territori, che comunque è soggetto a un potere di impugnazione da parte dei cittadini. Per questo dubito che il Congresso possa imporre una norma sulla salute pubblica valida per tutti gli Stati Uniti. Il Congresso può intervenire su movimenti e attività che attraversano i confini tra gli Stati, o influire su tali attività, ma non può pretendere di disciplinare in dettaglio e uniformemente tutte le persone e tutte le attività nel Paese.

Gli Usa sono il paese in cui, più di due secoli fa, è sbocciata l’idea occidentale di libertà. Crede che sia possibile tenere assieme Stato amministrativo e libertà individuali? 

La tensione tra potere amministrativo e libertà individuali sta raggiungendo, negli Usa, il punto di rottura. Bisogna ricordare che il caso deciso alla Corte Suprema sull’obbligo vaccinale è solo l’ultimo di una serie di casi, che risalgono ad almeno due decenni, che mettono in discussione il potere conferito alle Agenzie. E qui va detto che le diverse assemblee legislative sono spesso altrettanto colpevoli delle agenzie, perché i legislatori sono pronti a delegare poteri troppo ampi a queste agenzie, senza prevedere adeguati meccanismi di controllo sul loro operato. Credo che le Corti stiano riducendo sempre più i poteri delle agenzie perché, per quanto imperfetto possa essere, il nostro modello di separazione dei poteri è stato concepito per proteggere la libertà individuale. 

Ammesso e non concesso che quanti più americani possibile debbano essere vaccinati, qual è la strada giusta? Non dovrebbe essere la gente a scegliere il livello di protezione che vogliono avere?

Personalmente credo che la Costituzione degli Stati Uniti abbia dato vita ad un sistema di poteri governativi decentrati. L’obiettivo di questo modello di governo è far sì che le decisioni vengano prese al livello più basso possibile. E questo ha molto senso in una nazione che abbraccia un intero continente, e ha quasi 350 milioni di cittadini. Le politiche devono essere fatte localmente per tener conto delle situazioni locali e, soprattutto, dei desideri delle comunità locali. Per quanto riguarda il Covid, penso che queste politiche non possano essere fatte efficacemente a Washington, D.C. E penso che il risultato della decisione della Corte sarà quello per cui le politiche sanitarie resteranno dove dovrebbero essere: e cioè nelle mani degli Stati, delle contee, delle città, delle aziende private e delle persone. Che sono le uniche e sono le meglio attrezzate a decidere quale livello di rischio vogliono accettare nella loro vita quotidiana. La verità è che presto cominceremo a considerare la minaccia del Covid come facciamo con le tante altre minacce che incontriamo in vita.

Che ruolo hanno giocato le tecniche di nudging (ovvero: se non ti vaccini, ti licenzio) nelle campagne vaccinali? E come è possibile tenere assieme libertà individuali e tecniche scientifiche di nudging

Sinceramente, non lo so.

Crede che ci saranno conseguenze a livello globale?

Nelle politiche dei Paesi europei vedo, purtroppo, uno sviluppo opposto a quello degli Stati Uniti. Vedo, cioè, la tendenza ad una sempre maggiore centralizzazione e uniformità, vedo spazi sempre più ristretti per i singoli e per le aziende private per prendere le proprie decisioni, e un’eccessiva deferenza verso burocrazie non elette. Il che, evidentemente, non avviene solo nell’area della salute pubblica. Temo però che questa concentrazione di poteri in capo a burocrazie svincolate da ogni controllo stia contribuendo grandemente alla fase di stasi economica e alla mancanza di dinamismo sociale che sta attraversando l’Europa. E questo fa sì che aumentino le minacce al modello liberale occidentale che Stati Uniti ed Europa – assieme – hanno costruito con successo dalla fine della Seconda guerra mondiale. 

(Federico Ferraù)

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