Mentre le infezioni da coronavirus aumentano di nuovo, negli Stati Uniti le aziende che impongono le vaccinazioni si trovano davanti ad alcune possibili eccezioni: per esempio, il credo religioso del dipendente. Secondo la Commissione per le pari opportunità di lavoro degli Stati Uniti (EEOC), i datori di lavoro devono infatti sistemare in modo adeguato e ragionevole il personale che non può essere vaccinato per motivi medici o che rifiuta la vaccinazione per “credenze religiose sincere”.



“È un argomento così delicato per entrambe le parti”, ha detto Erin McLaughlin, un avvocato di Buchanan Ingersoll & Rooney, il quale ha sottolineato come ci siano state più linee guida sulle esenzioni per le disabilità rispetto alle credenze religiose. L’EEOC considera la religione in senso ampio e può anche essere accettata l’opposizione a ricevere iniezioni di determinate sostanze chimiche, ha chiarito Raeann Burgo, un avvocato di Fisher Phillips, uno studio legale che rappresenta le aziende.



Obbligo vaccini nelle aziende Usa e religione: il caso della vegana

A proposito delle aziende che impongono le vaccinazioni, la questione religiosa è da tenere in considerazione perché già in passato ci sono stati contrasti tra dipendenti e imprese. Il Cincinnati Children’s Hospital Medical Center ha licenziato la rappresentante del servizio clienti Sakile Chenzira nel 2010 per aver rifiutato un vaccino antinfluenzale perché era vegana. Chenzira ha fatto causa e l’ospedale ha chiesto l’archiviazione del caso, sostenendo che stava scambiando un’abitudine alimentare per un credo religioso. Il giudice federale si è pronunciato a suo favore sulla base della sincerità delle sue opinioni.



“Come datore di lavoro, puoi chiedere se un dipendente ha una fede religiosa sincera”, ha detto Brian Dean Abramson, autore e specialista in legge sui vaccini. Ha aggiunto che i datori di lavoro “devono stare attenti a non invadere la privacy del lavoratore o molestarli e le aziende devono essere consapevoli che le opinioni religiose dei dipendenti possono cambiare nel tempo”.

Obbligo vaccini in azienda e religione, gli altri casi

Un altro caso che riguarda obblighi di aziende e religione dei dipendenti è quello di Alina Glukhovsky, licenziata nel 1990 dopo aver rifiutato di lavorare durante la festa ebraica di Yom Kippur. La donna non aveva chiesto la vacanza negli anni precedenti e ha spiegato di non essere particolarmente religiosa quando ha iniziato a lavorare nel 1982, ma le sue convinzioni si sono evolute dopo la morte di suo padre e la nascita di un figlio. La corte si è pronunciata a suo favore.

Brett Horvath ha citato le sue credenze religiose quando ha rifiutato un vaccino contro il tetano, la difterite e la pertosse nel 2016 richiesto dai vigili del fuoco della città di Leander in Texas, dove lavorava come autista e operatore di pompe. Invece di essere vaccinato, poteva indossare una mascherina e sottoporsi a test o passare a un lavoro nell’applicazione del codice con orari meno convenienti. Ha rifiutato ed è stato licenziato. Ha fatto causa e l’anno scorso la Corte d’Appello degli Stati Uniti del quinto circuito ha confermato il licenziamento, perché la mascherina “non andava contro la sua religione e gli consentiva di svolgere il suo lavoro”.  Insomma, negli Stati uniti e non solo si dovrà prendere una decisione sui vaccini anti Covid nel mondo del lavoro.