Sergio Abrignani e Sergio Harari, illustri esponenti del mondo della scienza e della medicina, sono intervenuti sulle colonne de “Il Corriere della Sera” per ribadire la necessità di proseguire con i vaccini anti-Covid in maniera capillare, così da ridurre ai minimi termini la circolazione del virus e lo sviluppo di nuove, temibili varianti. La loro riflessione si basa innanzitutto sull’impossibilità di accettare di avere una fetta significativa della popolazione adulta non vaccinata per rifiuto all’immunizzazione, che le stime valutano attorno al 17% degli italiani ovvero circa 10 milioni: questo “significa spalancare una porta al virus e offrirgli una nuova possibilità di continuare a replicarsi, infettare, uccidere, consentendo il mantenimento della circolazione virale”.



Non va poi scordato che tra i vaccinati sono presenti anche soggetti fragili, nei quali le vaccinazioni sono meno efficaci (trapiantati d’organo, immunodepressi, malati di tumore) e questi, se contagiati, possono sviluppare forme pericolose di Covid-19. Ecco perché i professori ribadiscono in coro che “solo tutti assieme, con un grande sforzo di generosità, altruismo e solidarietà sociale potremo uscire definitivamente dalla pandemia. Si pensi quindi a un obbligo vaccinale per tutta la popolazione adulta, almeno fino a quando non avremo vaccini disponibili anche per la fascia pediatrica”.



“OBBLIGO VACCINI PER ADULTI, POI I RICHIAMI”

L’obbligo dei vaccini per gli adulti rappresenterebbe dunque uno step fondamentale, a detta dei dottori Abrignani e Harari, al fine di riuscire ad assestare un montante da ko alla pandemia ed è altrettanto probabile che necessiteremo di ulteriori richiami, o per garantire la durata nel tempo dell’immunità, o per proteggerci da nuove varianti virali. Per arrivare preparati a quel momento, scrivono i due su “Il Corriere della Sera”, dobbiamo metterci in testa che la campagna vaccinale dovrà diventare di ordinaria amministrazione e superare la fase attuale, pianificando da subito la logistica e la strutturazione di una organizzazione “che possa nel prossimo futuro gestire i richiami di 50 milioni di italiani in pochi mesi o nuove necessità vaccinali, con flessibilità, tempestività ed efficacia”. Infine, è bene che il Paese si renda il più possibile svincolato da fattori non direttamente controllabili: per questo “il Governo sta cercando di implementare un piano nazionale di produzione dei vaccini sotto licenza”.

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