Prosegue il dibattito sull’esigenza di introdurre l’obbligo di sottoporsi ai vaccini per medici e infermieri, appartenenti dunque all’universo sanitario. Una necessità emersa in particolare dopo i continui cluster emersi negli ospedali, non ultimo quello del San Martino di Genova, ove un’infermiera ha rifiutato di sottoporsi a vaccinazione, salvo poi risultare positiva al virus. In questo momento, non ci sono obblighi previsti per le categorie professionali più esposte al rischio contagio ed è proprio quest0 l’aspetto che più fa discutere, anche e soprattutto nei salotti delle trasmissioni televisive.



Il virologo Roberto Burioni, ad esempio, a “Che tempo che fa”, programma di Rai Tre condotto da Fabio Fazio, ha asserito che “un sanitario che non si vaccina, oramai che è provata con ragionevole sicurezza la capacità dei vaccini di impedire anche la trasmissione, non può continuare a lavorare. Io chiedo che il presidente Draghi faccia un decreto”. Anche il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha pensato a una legge regionale che possa andare in questa direzione, anche se, Costituzione alla mano, non parrebbe essere una via percorribile…



OBBLIGO VACCINI MEDICI E INFERMIERI: COSA DICE LA COSTITUZIONE

L’obbligo di sottoporsi ai vaccini anti-Covid per medici e infermieri, a quanto pare, non sarebbe un’ipotesi al momento attuabile. L’articolo 32 della Costituzione italiana chiarisce in realtà che tale obbligo può essere introdotto, ma questo deve avvenire mediante una legge dello Stato: “Solo una legge statale può imporre la vaccinazione obbligatoria per l’interesse della collettività e per la tutela del diritto alla salute di tutti”, ha asserito ieri ai microfoni dell’ANSA Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte costituzionale. Dario Martire, ricercatore di diritto costituzionale alla Sapienza di Roma, ha commentato ai microfoni dell’Huffington Post: “Se il Governo ravvisa necessità e urgenza può mettere a punto un decreto legge, mentre le regioni non possono procedere da sole perché è lo Stato che deve stabilire i principi generali della materia. Tuttavia, una sentenza del 2019 della Corte costituzionale fa salva la normativa pugliese che aveva attribuito alla giunta regionale la facoltà di individuare i reparti in cui consentire l’accesso ai soli operatori sanitari vaccinati. La norma è stata ritenuta costituzionale, perché non introduceva obblighi vaccinali”.

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