Il microbiologo Andrea Crisanti è intervenuto in collegamento da Londra nel corso della trasmissione di La7 “L’Aria Che Tira”, andata in onda nella mattinata di oggi, martedì 11 gennaio 2022. L’esperto, in materia di obbligo vaccinale per gli over 50, ha mosso una critica all’esecutivo italiano, sottolineando che, a suo dire, il provvedimento “andava esteso a tutti, in quanto ci vorranno mesi per vaccinare tutti gli over 50 e l’impatto di questo provvedimento sull’ondata in atto sarà nullo. C’è un problema di coraggio politico se i nostri politici sono intimiditi dal 10% di persone che non si vaccinano”.
Successivamente, a Crisanti è stato chiesto dalla conduttrice del programma, Myrta Merlino, di analizzare approfonditamente lo scenario collegato alla variante Omicron, che dà molti viene sempre più definita simile a un’influenza, ma per il professore non è così: “Siamo di fronte al virus a trasmissione respiratoria con il più alto indice di trasmissione che sia mai entrato in contatto con l’uomo. Se l’influenza ha la letalità di uno su mille e causa circa 7mila decessi all’anno, con Omicron il problema è 7-8 volte superiore”.
CRISANTI: “LA PERCENTUALE DI VACCINATI NON CORRISPONDE ALLA PERCENTUALE DI PROTETTI”
Sempre durante la diretta de “L’Aria Che Tira”, Andrea Crisanti ha asserito che, per ciò che concerne il parallelismo tra Omicron e le altre varianti di SARS-CoV-2, “il problema non è cambiato di molto, in quanto non si capisce che questo virus è in grado di infettare la maggior parte delle persone vaccinate. Si diffonde rapidamente, inoltre, perché contagia anche persone vaccinate fragili, e dunque suscettibili a gravi conseguenze causate da un’infezione, gli immunodepressi (che così non sono protetti) e i trapiantati”.
Infine, un’ulteriore precisazione riferita alla vaccinazione: “Noi pensiamo sempre che il problema sia legato a quelli che non si sono vaccinati, che comunque hanno fatto male a non vaccinarsi, ma va tenuto presente che la percentuale di vaccinati non corrisponde alla percentuale di protetti, proprio per i motivi precedentemente elencati”.