In Europa si sta registrando un record di richieste per i farmaci contro l’obesità, specialmente quelli anti fame usati nei pazienti diabetici come Ozempic e Wegovy, preparati la cui popolarità è aumentata notevolmente grazie anche alla pubblicità sui social fatta da chi mostra video con i progessi di dimagrimento fatti durante l’utilizzo. A conferma dell’attuale boom di domanda, i dati sul fatturato della casa farmaceutica danese che produce tali terapie, la Novo Nordisk che ha visto aumentare i profitti a tal punto da comparire come fattore chiave per la crescita economica di tutto il paese. Tuttavia, come riporta il quotidiano Euractiv, molti medici ed esperti di patologie legate al peso corporeo, avvertono sia i consumatori che i sistemi nazionali sanitari, del fatto che questi medicinali non rappresentano la corretta soluzione al problema.
Perchè potrebbero presentare benefici limitati al periodo di utilizzo quindi c’è il rischio che gli effetti prodotti non siano duraturi nel tempo, e contemporaneamente occorrerebbe monitorare eventuali effetti collaterali ancora non segnalati in pazienti che non hanno il diabete. Inoltre, caricherebbero troppo le spese dei sistemi sanitari pubblici, specialmente nei paesi economicamente in difficoltà.
Allarme obesità in Europa, Oms “tassare cibi ultracalorici e introdurre piani di prevenzione”
L’obesità in occidente, e più in particolare nell’Unione Europea sta diventando un serio problema che coinvolge la sanità pubblica, con costi sempre più alti per contrastare le patologie legate all’aumento di peso, specialmente per chi è in età dello sviluppo o presenta già problemi di salute cronici e cardiovascolari. L’uso di nuovi farmaci che agiscono su senso di fame, in forma di iniezioni periodiche come Ozenpic è aumentato in maniera esponenziale specialmente tra i più giovani. Ma attualmente questo tipo di preparati viene offerto gratuitamente solo ai pazienti diabetici, pertanto, alcuni paesi ne stanno valutando l’introduzione anche per chi ha obesità con rischio malattie.
Il problema però come sottolinea il professore di economia sanitaria Kjeld Møller Pedersen, che i medicinali contenenti Semaglutide non sono stati approvati per la perdita di peso, quindi i governi potrebbero essere costretti a spendere fino a 3,2 milioni di euro l’anno per garantire questo tipo di cure. “È evidente“, prosegue il professore “che tali farmaci non sono la corretta soluzione al problema“, piuttosto, come suggerito dall’Oms servirebbe introdurre piani di prevenzione nazionali con linee guida su una corretta alimentazione e tassare di più i cibi troppo grassi e zuccherati.