Allarme dell’Oms per gli ultimi dati rilevati in merito all’elevato tasso di obesità e sovrappeso che colpisce specialmente bambini e ragazzi tra i 5 e i 19 anni in Europa. Secondo il rapporto, pubblicato anche da Quotidianosanità, ne soffre almeno uno su tre, e l’Italia è tra i paesi peggiori, ai vertici della classifica con il 42% di casi per la fascia di età che va dai 5 ai 9 anni e al 4° posto per i giovani tra i 10 e i 19 anni. Ora si chiede ai leader dei governi un intervento di informazione e prevenzione unificato a livello europeo.



L’European Regional Obesity Report ha accertato che nel 2022 circa un bambino su tre è risultato in grave sovrappeso o obeso, e l’emergenza è stata affrontata anche all’incontro dei coniugi dei 16 leader europei a Zagabria, in occasione del quale è stato firmato un documento nel quale ci si impegna politicamente ad affrontare l’obesità infantile. Per questo, come afferma anche l’Oms, “Gli sforzi della comunità internazionale, nelle scuole, in famiglia, devono inziare subito, bisogna educare i bambini al più presto possibile, già dalle prime fasi di vita a prevenire l’obesità e promuovere uno stile alimentare sano“.



Allarme obesità infantile in Europa: ecco il piano di prevenzione dell’Oms

Allarme obesità infantile, dopo i numeri da record pubblicati dall’Oms successivi al monitoraggio dei bambini europei, è scattato l’impegno internazionale per iniziare subito l’opera preventiva ed educativa nei confronti delle famiglie. Anche perchè, come ha sottolineato la World Obesity Federation, i numeri sono destinati a salire. Si stima che tra il 2020 ed il 2035 ci sarà l’aumento di almeno il 61% di ragazzi e il 71% delle ragazze che dovranno convivere con il sovrappeso.

Un totale di circa 71 milioni di bambini e 11 milioni di bambine che non solo saranno a rischio malattie causate dalla condizione di obesità, ma che costeranno alla sanità più di 800 miliardi di dollari l’anno. Pertanto l’invito è stato quello di adottare un regolamento educativo e un piano di prevenzione che deve coinvolgere genitori e scuole principlamente basato sull’adozione di comportamenti sani. Come ad esempio imporre etichette chiare su bibite zuccherate e alimenti confezionati che possono essere categorizzati come “cibi malsani“. Inoltre andranno inserite attività fisiche obbligatorie, non solo in orari scolastici, ma anche attraverso la progettazione urbana e le politiche di trasporto, per fare in modo che i ragazzi crescano consapevoli dei rischi e siano supportati nell’intraprendere uno stile di vita più sano ed attivo.