Obesità e degenerazione maculare: il legame in uno studio
La degenerazione maculare legata all’età potrebbe essere legata anche all’obesità, che secondo una recente ricerca aumenterebbe il rischio di malattia. La patologia, una delle principali cause di compromissione della vista e cecità nelle persone anziane, ha un’incidenza del 30% sopra i 70 anni, del 40% sopra gli 80 anni e del 50% delle persone sopra età di 90 anni. Uno studio canadese pubblicato sulla prestigiosa rivista Science dal titolo “La storia passata dell’obesità innesca cambiamenti epigenetici persistenti nell’immunità innata e esacerba la neuroinfiammazione”, spiega che per un meccanismo molecolare proprio il peso eccessivo potrebbe aumentare il rischio della malattia della vista.
La ricerca è stata condotta presso l’Hôpital Maisonneuve-Rosement di Montreal e ha mostrato come i fattori di stress della come proprio l’obesità riprogrammano le cellule del sistema immunitario e le rendono distruttive per l’occhio quando invecchia. “Volevamo sapere perché alcune persone con una predisposizione genetica sviluppano l’AMD mentre altre ne sono risparmiate”, ha affermato il prof. Przemyslaw Sapieha, docente di oftalmologia dell’Università di Montréal, che ha guidato lo studio con il dott. Masayuki Hata.
L’obesità modifica le cellule immunitarie
Secondo la ricerca, anche un periodo di obesità in passato seguito da perdita di peso e normalizzazione del metabolismo, procederebbe cambiamenti persistenti nell’immunità innata. “Sebbene sia stato investito un notevole sforzo nella comprensione dei geni responsabili dell’AMD, le variazioni e le mutazioni nei geni di suscettibilità aumentano solo il rischio di sviluppare la malattia, ma non la causano”, ha spiegato Sapieha. “Questa osservazione suggerisce che dobbiamo acquisire una migliore comprensione di come altri fattori come l’ambiente e lo stile di vita contribuiscono allo sviluppo della malattia” ha puntualizzato ancora il docente di oftalmologia.
Nel loro studio, Sapieha e Hata hanno studiato l’obesità come condizione che esagera i fattori di stress vissuti dal corpo nel corso della vita. Questa porta a cambiamenti persistenti nell’architettura del DNA all’interno delle cellule immunitarie, rendendole di fatto più suscettibili alle molecole infiammatorie. “I nostri risultati forniscono informazioni importanti sulla biologia delle cellule immunitarie che causano l’AMD e consentiranno lo sviluppo di trattamenti più personalizzati in futuro”, ha affermato Hata. Dalla ricerca si potrà studiare in futuro anche la correlazione tra l’obesità e altre patologie.