Il quotidiano La Verità si sofferma stamane sull’obiezione di coscienza, spiegando come la stessa sia di fatto “sotto attacco” con il nuovo codice deontologico. Dure le parole nell’articolo a firma Matteo Lorenzi, che scrive: “Vogliono inibire l’obiezione di coscienza dei medici”. Il riferimento è appunto al nuovo Codice internazionale di etica medica (Icome), che è stato aggiornato di recente a 16 anni dall’ultima revisione, dalla WMA, l’associazione medica mondiale, dove all’interno vi si trovano più di 100 associazioni di medici con più di 10 milioni di affiliati. La Verità ricorda come tali documenti abbiano un’enorme influenza sulle decisioni dell’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità, in merito alle politiche sanitarie dei vari governi nazionali.
“E nell’ultima revisione – aggiunge Lorenzi – quella votata l’anno scorso, è stato inserito tutto l’arsenale dell’ideologia progressista: dalle cure green alla discriminazione, fino ad arrivare ai doveri verso le nuove generazioni. Il tutto, ovviamente, condito con un «nuovo linguaggio gender inclusive»”. Il giornale riporta il primo articolo del nuovo codice, in cui si legge che: «Il primo dovere del medico è promuovere la salute e il benessere dei singoli pazienti, fornendo loro una cura competente, tempestiva e premurosa», ed inoltre si specifica che il medico ha «l’obbligo di rispettare la vita umana». Secondo La Verità con tale specificazione: “La vita non è più, per i medici, un valore supremo, bensì uno tra i tanti”. Un altro articolo contestato è il numero 13 della sezione “Doveri verso il paziente” dove si legge che: «Nell’offrire cure mediche, il medico deve rispettare la dignità, l’autonomia e i diritti del paziente. Il medico deve rispettare il diritto del paziente di accettare o rifiutare liberamente le cure, in linea con i valori e le preferenze del paziente».
OBIEZIONE DI COSCIENZA, NUOVO CODICE DEONTOLOGICO: “NON E’ DIFFICILE IMMAGINARE…”
Nell’articolo 29, quello che tratta il tema dell’obiezione di coscienza, viene invece specificato che «il medico ha l’obbligo etico di ridurre al minimo l’interruzione della cura del paziente. L’obiezione di coscienza del medico nei confronti di un qualsiasi intervento medico previsto dalla legge può essere esercitata solo se il paziente non viene danneggiato o discriminato e se la salute del paziente non è messa in pericolo». Secondo La Verità la parola “discriminato“, lascia spazio a varie interpretazioni fino ad arrivare al punto in cui l’autonomia del paziente prevarichi sull’autonomia del medico.
“Non è difficile immaginare che l’obiezione di coscienza – prosegue La Verità – di fronte a una richiesta di aborto o di suicidio assistito possa presto essere considerata come forma di discriminazione, o come offesa che violi i diritti individuali dei pazienti”. C’è il rischio per il quotidiano che di fronte ad un soggetto depresso che tenti il suicidio, il medico possa non intervenire. Il giornalista conclude: “Se il faro dei medici non è più la vita, ma la salute e il benessere, diventa pensabile anche lasciar morire un paziente senza fare nulla”.