RISÈ CONTESTA IL “CARPE DIEM” SMEMORATO DELL’OCCIDENTE

Col senno di poi è sempre “facile” fare tutto, figuriamoci scenari geopolitici così intricati come quelli attuali dove ogni giorno non si sa letteralmente cosa potrebbe avvenire 24 ore dopo: per lo scrittore e psicanalista Claudio Risé però il nodo della guerra in Ucraina può essere affrontato per una volta partendo dalla “colpa” dell’Occidente senza per questo giustificare l’odiosa barbarie dell’invasione russa verso Kiev.



«Ok, inchiniamoci pure al “cogli l’attimo”, unico principio sopravvissuto all’avanzata devastante della modernità occidentale», incalza su “La Verità” Risé allertando il pericolo della cultura del “carpe diem”, «se non ricordiamo che anche quell’attimo ha un passato e un futuro, prodotto da ciò che facciamo, rischiamo di fare molto male a noi stessi e agli altri». Sul fronte della guerra in Est Europa, lo psicanalista ravvisa la mancanza a lungo tempo della concezione di storia incarnata dai leader occidentali, tutti nessuno escluso: «da dove è nato quell’attimo di perversa follia che, come si racconta, avrebbe spinto Putin a invadere l’Ucraina e il leader occidentali a sanzionarlo per porre fine al suo potere?», si chiede provocatoriamente Claudio Risé dalle colonne de “La Verità”. Ebbene, secondo il docente, quella “follia” nasce dall’esatto contrario dell’attimo, il contrario di quella «Storia che gli amanti dell’istante non vogliono vedere, perché richiede sacrifici ed è impegnativa per tutti, mentre il culto dell’attimo come ogni finzione riduttiva fabbrica eroi e mostri che tali non sono mai completamente».



COME SI POTEVA EVITARE LA GUERRA IN UCRAINA? PARLA CLAUDIO RISÈ

In pochi lo avevano razionalizzato e spiegato per tempo: la guerra in Ucraina, forse, si poteva evitare e non perché Putin sia una “brava persona” ma per meri motivi geopolitici e storici. «L’Occidente deve smettere ogni allargamento della Nato e dell’Ue nell’Europa dell’Est mentre la Russia deve accettare di smettere la sua campagna di interferenze nella politica dei Paesi»: così scrivevano due professori americani come Jennifer Lind e Daryl G. Press, citati da Risé a corredo della sua visione sulla guerra russo-ucraina.



Un articolo di due anni che però aveva già “visto” tutto quanto sarebbe poi successo ad inizio 2022: Risé contesta la “sorpresa” dell’Occidente davanti ai fatti che si stanno snocciolando giorno dopo giorno dall’Ucraina, «perché questa sorpresa se tutta la diplomazia internazionale sa benissimo che questa invasione non è figlia dell’improvvisa follia di Putin (che potrebbe anche esserci, ma qui non c’entra) ma di un negoziato che tutti sapevano necessario ma l’Occidente non ha mai aperto, malgrado le ripetute proteste della Russia?». Come sottolinea in conclusione l’esperto docente, non si è voluto capire e prevedere i fatti perché l’Occidente è ancora troppo legato a quel “carpe diem”: «per sapere chi vince e chi perde occorre pazienza, come per imparare la storia. Non si fa in un attimo. Ed è poco spettacolare piuttosto meditativo».