È un lungo ragionamento di denuncia quello che la scrittrice e politica Ayaan Hirsi Ali ha pubblicato sulle pagine del Mail on Sunday – citate dal quotidiano il Foglio – partendo dalla sua esperienza purtroppo molto vicina all’Islam radicale che torna a far paura in un occidente che dopo l’11 settembre aveva promesso che non sarebbe mai più successo nulla di simile. Eppure, oggi la realtà è chiara ed evidente sotto gli occhi di tutti, nella persona di “Salman Rushdie” che da anni vive sotto scorta a causa di una fatwa pendente sulla sua testa; me anche nella stessa Ayaan Hirsi Ali, da sempre “critica sul fondamentalismo” e sull’Islam, che vive “due decenni sotto protezione ufficiale”.



Rifacendosi a Rushdie e all’11 settembre, ricorda che il collega in quell’occasione chiedendosi “come sconfiggere il terrorismo”, si rispose “non essere terrorizzato, non lasciare che la paura governi la tua vita”: parole, secondo Ayaan Hirsi Ali, eroiche ma mai veramente comprese “dalle classi politiche in occidente”, ora più che mai terrorizzate dall’Islam. “Negazione e illusione sono state le nostre parole d’ordine” e l’esito è stato quello di condurci verso “la capitolazione”, saggiamente “mascherata da ‘inclusione sociale’”.



Ayaan Hirsi Ali: “L’ascesa dell’Islam radicale alimentata dalla finta pacificazione e dalle migrazioni”

Quell’occidente terrorizzato dall’Islam, continua Ayaan Hirsi Ali, per la falsa illusione di una “pacificazione ha consentito all’estremismo musulmano di prosperare tra noi, riflettendosi nel lungo elenco di incidenti terroristici” e anche, se non soprattutto, “nell’ondata di antisemitismo in tutta l’Europa occidentale” sempre più evidente dallo scorso 7 ottobre. Un crisi in atto da anni, ma che è stata “ulteriormente alimentata dall’immigrazione di massa su una scala senza precedenti, trasformando la demografia delle società europee e accelerando” l’ascesa dell’Islam e “l’islamizzazione”.



Soffermandosi sul caso della Gran Bretagna, in cui Ayaan Hirsi Ali vive, precisa che l’esito di tutta questa sedicente pacificazione è evidente nel fatto che “il 52 per cento dei musulmani britannici vuole che sia un reato mostrare un’immagine del profeta Maometto”, o il ben più preoccupante “30% [che] sostiene apertamente l’introduzione della sharia“. Non solo, perché i nuovi profeti dell’Islam e gli attivisti/estremisti, denuncia ancora Ayaan Hirsi Ali, “si atteggiano da vittime oppresse” mentre continuano ad alimentare “un clima di paura e intimidazione”, con un occidente – chiude citando ancora una volta Rushdie – in cui “la libertà di espressione e di pubblicazione non sia stata mai così minacciata come in questo momento”.