Ha fatto il giro dei media il caso del Liceo Mamiani di Roma, dove a seguito di continue occupazioni degli studenti è stata bloccata la segreteria, mettendo così a repentaglio “la rendicontazione su piattaforma del ministero dell’Istruzione dei fondi Pnnr e Pon spesi per i progetti ‘Digital board’ e ‘Connessione rete’, materiali e servizi che i ragazzi già utilizzano“.  E come ha fatto sapere la dirigente del liceo Tiziana Sallusti “se il liceo non riuscirà a rendicontare e a rispettare le scadenze previste perderà i fondi. Saranno quindi i genitori a pagarne i danni che ammontano a “64mila euro”? All’interrogativo provocatorio hanno fatto eco anche altri presidi, che a seguito sempre delle occupazioni degli studenti hanno riportato negli edifici scolastici anche danni agli stessi. Così altri DS potrebbero quindi fare la stessa richiesta alle famiglie degli allievi.



Sono venti gli istituti coinvolti nella Capitale come apprendiamo dal Corriere della Sera, che riportano oltre alle lezioni perse, il danneggiamento degli edifici e degli arredi, e in alcuni casi l’azione dei ragazzi ha comportato lo stop delle pratiche amministrative a ridosso delle vacanze di Natale, proprio come al Mamiani. Patrizia Chelini, preside del liceo Morgagni, ha espressamente affermato l’intenzione di chiedere il risarcimento danni



OCCUPAZIONI: SERVE COLLABORAZIONE TRA FAMIGLIE E SCUOLE

Mentre al Liceo Manara sempre di Roma 42 professori su 60 hanno firmato una lettera scrivendo che “nessuno può bloccare la scuola pubblica” a seguito delle forzature di studenti intenzionati a proseguire la protesta e l’occupazione della scuola, maggiore collaborazione con studenti e famiglie si registra invece nel liceo Virgilio dove da almeno un paio di anni gli occupanti hanno sempre risarcito l’istituto. “Non possiamo fare una stima dei danni perché è ancora in corso l’occupazione — dice Daniela Buongiorno, presidente del Consiglio d’istituto del liceo e portavoce del Coordinamento dei presidenti dei consigli d’istituto —, ma lo scorso anno i ragazzi hanno ripagato tutto e si sono occupati di dipingere le pareti della scuola con dei bellissimi murales per coprire scritte e parolacce“.



Quest’ultimo dovrebbe essere lo spirito che dovrebbe caratterizzare qualsiasi ambiente scolastico, mentre invece sembra registrarsi una sempre maggiore propensione a mettere in secondo piano lezioni e integrità degli edifici scolastici, con noncuranza nei confronti delle spese ‘impreviste’ che i presidi devono fronteggiare per riparare ai danni subìti.