Un codice di condotta per le navi delle Ong. È questo il piano del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il quale sospetta che “siano manovrate da qualcuno”. Intervenuto alla Festa per i dieci anni di Fratelli d’Italia, il titolare del Viminale minaccia nuove sanzioni contro le Ong, definite “inutili”, e in merito ai suoi sospetti, precisa che “talune formazioni” potrebbero essere “ispirate, non so se per effetto di servizi segreti, a creare un meccanismo di condizionamento”. Dunque, il governo Meloni studia sanzioni “più efficaci” contro le navi Ong, in particolare lavora ad una “traccia normativa per rendere più efficace la non rassegnazione che l’Italia sia l’unico punto di sbarco”.



Dunque, l’esecutivo vuole formulare “un quadro di regole sulle Ong come navi private, che ora sono senza regole e ci impongono le loro azioni”. Per Matteo Piantedosi non è sufficiente una visita medica a bordo “per depotenziare l’azione del governo”, pur chiarendo che l’esecutivo non vuole “gravare il quadro penale” o intraprendere “azioni manettare”. Riguardo i tempi, la nuova norma potrebbe arrivare nelle “prossime settimane o nei prossimi giorni”.



“NON VOLEVAMO ROTTURA CON FRANCIA, OCEAN VIKING…”

Ma il ministro Matteo Piantedosi si è soffermato anche sul caso Ocean Viking e sulle tensioni diplomatiche con la Francia. Il titolare del Viminale si è detto “stupito” dalle dichiarazioni del governo francese. “Quel giorno non abbiamo fatto nulla per arrivare a una rottura con la Francia: la Ocean Viking ha scelto in autonomia di andare in Francia”, ha aggiunto il ministro dell’Interno. Inoltre, ha voluto segnalare “la vera cosa inquietante della vicenda”, cioè che “avendo questa nave fatto quello che voleva, in quel momento, decise di cambiare obiettivo e puntare un porto francese”. Quindi, Piantedosi si è chiesto: “Non era l’obiettivo di questa nave creare attrito con la Francia?”. Dopo aver affrontato la querelle con l’Eliseo, Piantedosi ha richiamato l’attenzione dei Paesi membri dell’Ue sul tema migranti. “L’Europa è consapevole del problema dei migranti, ma che tutto ciò si traduca in un’azione coerente è di là da venire”. Il ministro ha evidenziato che gli italiani sono entrati nell’Ue “con spirito europeo”, mentre “gli altri no, pensano che siamo noi il cuscinetto d’Europa”.



“SALVATAGGI IN MARE? DEVE PROVVEDERE LO STATO”

Matteo Piantedosi ha ricordato anche l’importanza della rotta balcanica e chiarito che “un governo che si rispetti deve ambire ad avere il governo di questi fenomeni” migratori. Inoltre, in qualità di Paesi democratici, “avremmo l’ambizione che in ogni ambito, come ad esempio il salvataggio di persone in mare, deve provvedere lo Stato, non c’è bisogno ci siano tali organizzazioni”. A questo punto il ministro dell’Interno ha parlato dei suoi sospetti, quelli che alcune formazioni siano ispirate a creare meccanismi di condizionamento. “Non lo dico io, ma lo dicono studi di qualche anno fa che li definì armi di immigrazione di massa”. In ogni caso, il governo italiano resta vigile. “Siamo molto attenti e non mi stupirebbe se il protagonismo politico di alcune organizzazioni fosse un anello di una catena più grande gestita da qualcuno che ha interesse a far passare una determinata idea dell’immigrazione come fenomeno incontrollato”, ha concluso il titolare del Viminale.