L’Italia sembra essere pronta ad abbracciare completamente il piano per salvaguardare gli oceani che sta iniziano a circolare tra gli uffici delle Nazioni Unite. Un piano che mira ad interrompere tutta una serie di comuni pratiche che quotidianamente vengono svolte all’interno di quello definito alto mare, fondamentale per la vita umana ed animale, oltre che parte integrante del complesso sistema naturale del nostro pianeta.
A parlare dell’adesione dell’Italia al piano per salvare gli oceani è un recente articolo pubblicato da Repubblica. Il ministro degli Esteri si starebbe muovendo per organizzare a Roma un summit internazionale, che coinvolgerà i capi dei governi, oltre a scienziati ed esperti, con l’unico focus della grande massa blu che ricopre il 71% del pianeta terra (o pianeta oceano, come lo chiamano i biologi marini). Un evento speciale, chiamato “Oceani in salute e sostenibili, per un futuro equo e prospero”, che mira a stilare un documento di adesione al piano 30×30 dell’ONU che vorrebbe il 30% dell’alto mare nel mondo protetto entro il 2030, rispettando anche gli obiettivi fissati dall’agenda ONU.
Oceani: tra salvaguardia ed Expo
Insomma, è ormai chiaro a tutti che gli oceani sono uno dei beni più importanti che la natura ci ha consegnato. Grazie al piano proposto dell’ONU si mirerà a metterne in sicurezza il 30% entro il 2030, rendendo di fatto illegale la pesca, tanto commerciale quanto “personale”, nelle aree designate come protette. Non vi è ancora la definizione di un piano d’azione preciso, anche perché nel frattempo la norma è ancora in discussione.
Non si sa, per ora, neppure nulla delle date in cui dovrebbe tenersi il summit internazionale sugli Oceani a Roma, anche se Repubblica ipotizza che possa essere tra il 4 e il 5 luglio. Un’iniziativa che, peraltro, nasce in calce alla candidatura della capitale come città ospitante dell’Expo 2030, per cercare probabilmente di rivolgere all’Italia il favore degli stati insulari. A loro, assieme agli altri nel mondo, spetterà votare per decidere quale città dovrà ospitare l’Esposizione, e l’auspicio potrebbe essere quello, grazie all’evento sugli oceani che li tocca direttamente, pagando loro il costo maggiore del degrado dei mari, decidano di vedere di buon occhio la candidatura italiana.