Il rapporto Ocse Education at a glance 2024 sul mondo dell’istruzione della formazione nei paesi membri dell’Organizzazione ha premiato l’Italia in particolar modo per l’attenzione posta sulla scuola e per i finanziamenti e le riforme che sono state tra le più efficaci a livello internazionale. Come confermano i dati presentati durante la conferenza al Ministero dell’Istruzione infatti, il paese è stato nell’ultimo periodo quello che ha investito di più per singolo studente, una spesa che secondo Ocse è stata di 13mila dollari rispetto alla media di altre nazioni che è stata di 11mila. Ma anche per colmare il gap educativo tra classi socioeconomiche e tra donne e uomini.
Come ha sottolineato anche il Ministro Valditara, i numeri sono significativi, soprattutto per quanto riguarda la riduzione della percentuale di giovani neet, disoccupati che non studiano e non sono alla ricerca attiva di lavoro, che è passata al 20% da un iniziale 32%. Sono stati poi analizzati anche gli effetti delle strategie attuate, che hanno aumentato il livello educativo andando anche ad abbassare la percentuale di abbandono scolastico soprattutto nelle zone più disagiate.
Rapporto Ocse istruzione 2024, “Strategia italiana un modello da seguire”
l’Italia primeggia nel rapporto Ocse Education at a glance 2024, che fotografa ogni anno lo stato dell’educazione e dell’istruzione nei paesi membri, come lo stato che ha investito di più nella scuola. Il documento, che ha analizzato la situazione comparando le diverse strategie dei governi e come queste hanno funzionato ha evidenziato infatti il raggiungimento degli obiettivi previsti, grazie ad una politica più incentrata proprio sulla formazione dei giovani. Per questo motivo, il direttore Andreas Schleicher durante la presentazione dei dati, si è complimentato personalmente con il Ministro Valditara, sottolineando che: “Mai nessun governo prima d’ora aveva messo l’istruzione così al centro dell’agenda l’struzione con tanta enfasi“.
Valditara ha poi commentato i risultati ponendo particolare attenzione su quelli che saranno i prossimi interventi per andare a migliorare ulteriormente i settori che necessitano di misure ancora più efficaci. Ad esempio, quello del gap di istruzione che c’è tra uomini e donne. Nonostante le donne siano in maggioranza tra i laureati infatti, rappresentando il 54% del totale, sono poi la categoria che ha maggiori difficoltà di inserimento sul lavoro, anche a causa di carenza di servizi per l’infanzia. Per questo motivo il Ministro ha dichiarato che la garanzia di un maggiore accesso all‘asilo nido sarà uno tra i principali obiettivi da raggiungere con i fondi del Pnnr.
Stipendi docenti, Valditara: “Con rinnovo contratti aumenteranno del 6%”
Altro argomento che è stato discusso al Ministero in occasione della presentazione del rapporto Ocse Education at a glance 2024, è stato il livello degli stipendi dei docenti. Forse uno dei pochi punti che per quanto riguarda l’Italia, restano ancora in negativo perchè sono diminuiti del 6% dal 2015 al 2022, contro una media del 4% di aumento negli altri paesi. Tuttavia, Valditara ha anticipato alcuni interventi di riforma che il governo intende mettere in campo per migliorare la situazione generale. Prima di tutto evidenziando che sono stati stanziati tre miliardi di euro proprio per i contratti degli insegnanti, che con il nuovo rinnovo entro il 2025 potranno contare su un aumento tra il 5 ed il 6%.
Un altro problema da affrontare sarà quello delle lacune formative tra uomini e donne nei settori STEM, non solo a scuola superiore ma anche per i corsi universitari scientifici nei quali le iscrizioni femminili sono ancora troppo poche. Le donne in Italia però raggiungono, oltre che maggiori percentuali di successo nel raggiungimento del titolo di studio, anche migliori risultati nelle prestazioni scolastiche. Ed è per questo motivo che Valditara ha sottolineato più di una volta, citando anche quanto riportato nel documento Ocse, che per un sistema più equo bisognerà intervenire a partire dagli accessi all’asilo nido anche per le famiglie più disagiate.