Quello tra Piergiorgio Odifreddi e Joseph Ratzinger era un rapporto “singolare”. Da un lato il Papa emerito Benedetto XVI, dall’altro un ateo, non credente. Un filosofo e teologo a colloquio con un matematico. I due hanno messo a confronto “due visioni del mondo contrapposte”, eppure hanno avuto un vero dialogo, da cui è nato il libro nel 2013 ‘Caro papa teologo, caro matematico ateo. Dialogo tra fede e ragione, religione e scienza’ e ‘In cammino alla ricerca della Verità. Lettere e colloqui con Benedetto XVI’ uscito nella primavera scorsa. Ora Odifreddi ricorda che quando gli chiese se potesse tornare a trovarlo, lui gli rispose: “Teniamoci in contatto. Se ci sarò ancora”. Era il 2013 e qualche mese dopo diede le sue dimissioni. “L’anno successivo sembrava rinato, forse perché era lontano dal Vaticano… Per un Papa persino parlare con un ateo è un sollievo”, ha dichiarato nell’intervista rilasciata a Il Giornale.



La tesi di Piergiorgio Odifreddi è che tornare al periodo in cui era un teologo diede sollievo a Benedetto XVI. “Il fatto è che, per pensare a quelle cose che gli interessavano, doveva parlare con un ateo: lo trovo un segno della tragicità del suo Papato”. Odifreddi ha spiegato che Joseph Ratzingerpensava di risollevare le sorti del cattolicesimo tirando dalla sua parte gli intellettuali europei”. A loro, secondo il matematico, si rivolgeva nei suoi discorsi, come quello di Ratisbona, però “gli intellettuali europei se ne sono disinteressati; e sono gli stessi che oggi esaltano Papa Francesco”.



ODIFREDDI E GLI INCONTRI CON BENEDETTO XVI

Piergiorgio Odifreddi ha raccontato anche come nacque quel dialogo con Benedetto XVI nel 2013. “Io avevo scritto Caro papa teologo due anni prima: era un gioco letterario, non credevo lo avrebbe mai letto”. Ma quando è andato in “pensione” gliene ha fatto avere una copia, poi gli arrivò una lettera di 12 pagine da cui scaturì la nuova edizione del libro a doppio nome. “Avevo la curiosità di andare in udienza dal Papa… E poi è scoccata questa scintilla, tanto che sono tornato cinque volte. L’ultima prima del Covid”. Nell’intervista a Il Giornale Odifreddi ha raccontato che la prima volta lui e Ratzinger hanno parlato per un’ora e mezza. “È stato un incontro talmente fuori dal comune che, subito dopo, ho messo tutto per iscritto, così a memoria, e glielo ho mandato. E poi siamo andati avanti così, a scriverci”.



Benedetto XVI gli ha risposto 18 volte, quindi ha unito tutto il materiale da cui è nato il secondo libro. “Lui ce l’aveva col relativismo, della scienza e del pensiero, e da lì siamo partiti”. Ma se lui, da matematico, è sul piano del due più due, Ratzinger lo era su quello della Resurrezione di Cristo. “Due cose completamente diverse. Come due binari paralleli, che vanno nella stessa direzione: non ci si incontra, ma si cammina insieme”. Piergiorgio Odifreddi e Benedetto XVI parlavano anche di fede e miracoli. A proposito di questi ultimi, il Papa emerito gli diceva: “L’unico importante è la Resurrezione di Cristo. Ma non è mica poco… E parlavamo della morte, di come un ateo pensa alla morte”. Quando morì il fratello di Ratzinger e poi la madre di Odifreddi, i due parlarono “di come un ateo sente la morte. Questo discorso è tornato spesso nel carteggio: è la cosa fondamentale della vita dell’uomo. Siamo qui a scadenza”.