Ofelia Castorina,
la mamma di Diletta Leotta, difende la figlia su Instagram dalle critiche che sta ricevendo da molte donne del mondo dello spettacolo. La conduttrice sportiva, protagonista della prima serata del Festival di Sanremo 2020, non è riuscita a conquistare gli applausi del mondo femminile con il suo monologo sulla bellezza. “Mia nonna mi diceva ‘la bellezza ha un peso che, con il tempo, ti può far inciampare, se non la sai portare’“, ha detto la Leotta introducendo il suo discorso sulla bellezza e sul tempo che passa. Le parole della conduttrice non sono piaciute a molte donne tra le quali spiccano Francesca Barra e Monica Leofreddi che hanno pubblicamente criticato il discorso della Leotta. Quest’ultima, ai microfoni di Storie Italiane, si è poi difesa così: “Non è stato compreso il mio monologo, le persone hanno capito solo una parte”, ha fatto, quindi, sapere sul discorso registrato al Teatro Ariston. La stessa ha, inoltre, chiarito che il suo non era un discorso sulla bellezza, ma sul tempo che passa per tutti e non fa sconti a niente e a nessuno; neanche alla bellezza”. Oggi, però, a scendere in campo è proprio la mamma della Leotta che, attraverso un lungo post, punta il dito contro le donne che stanno ancora criticando la figlia.
LA MAMMA DI DILETTA LEOTTA: “LE DONNE LE PEGGIORI ODIATRICI”
Come tutte le mamme, anche la signora Ofelia Castorina difende la figlia Diletta Leotta che tornerà sul palco del Festival di Sanremo 2020 per la finale dell’8 febbraio. “Come al solito siamo proprio noi donne le peggiori odiatrici – ha scritto su Instagram la mamma della Leotta -, le peggiori nemiche di noi stesse. Ci facciamo prendere non so da cosa”. Poi spiega il significato delle parole pronunciate dalla figlia: “il monologo di Diletta voleva essere un inno ironico rivolto a tutti, specialmente alle giovani donne, alle ragazze, per spronarle a studiare e a fare sacrifici pur di realizzare i propri sogni”. “Una grande delusione – ha aggiunto – assistere agli attacchi di donne, giornaliste e donne dello spettacolo, tutte donne, anche donne che contano”. Profondamente delusa dal trattamento ricevuto dalla figlia, poi, conclude: “Non siamo capaci di unirci per rafforzare il nostro diritto ad essere donne tutte insieme, diversamente belle. Siamo noi le prime a non guardare oltre la facciata esterna”.
LA REPLICA DI MONICA LEOFREDDI E FRANCESCA BARRA
La replica di Francesca Barra e Monica Leofreddi non si è fatta attendere. Entrambe, infatti, hanno risposto alla signora Odelia Castorina spiegando il motivo che le ha spinte a criticare il monologo di Diletta Leotta. “Non ho mai preso in giro nessuno o offeso. Non ho pubblicato la foto dei presunti “prima e dopo” per evidenziare i ritocchi chirurgici, ridicolizzando Diletta” – scrive Francesca Barra – “Diletta mostra il suo corpo sui social esponendosi a commenti di ogni sorta e se ne infischia. Io ho espresso un giudizio sul contenuto del suo monologo per il quale mi sono sentita presa in giro per la mancanza di onestà. Se sei un personaggio pubblico e comunichi qualcosa non puoi aspettarti assenza di critica. Ripeto: se vuoi essere la protagonista di un momento di tv verità devi dirla fino in fondo con coraggio, la tua verità. E lo fai con il tuo esempio, non solo con le tue parole” (cliccate qui per leggere tutto). “Il tweet che ho scritto dopo il monologo di Diletta non era offensivo, era semplicemente espressione di un dissenso nel veder rappresenta la bellezza come valore e come qualcosa che capita,da una ragazza bellissima ma che già così giovane ha modificato il suo corpo alla ricerca di una bellezza perfetta” – scrive invece Monica Leofreddi che poi conclude – “la solidarietà femminile si deve esprimere attraverso la sincerità, la coerenza, non raccontando solo favole”. Poi, rivolgendosi alla mamma di Diletta Leotta conclude: “lei non ha naturalmente l’obbligo di conoscere la mia storia il mio vissuto e le mie lotte , ma la prego , darmi della odiatrice e dell’invidiosa proprio no! ” (cliccate qui per leggere tutto).
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Non dobbiamo avere paura di perdere la bellezza della gioventù col passare del tempo, perché e’ una componente effimera, forse importante, ma non determinante, se riusciamo nel corso del nostro percorso di vita ad avere degli obbiettivi, a raggiungere i nostri sogni, a realizzarci che sia il lavoro, la famiglia, o qualunque cosa desideriamo per valorizzarci raggiungeremo sicuramente una serenità interiore attraverso i sacrifici che solo noi donne sappiamo affrontare. Come al solito siamo proprio noi donne le peggiori odiatrici, le peggiori nemiche di noi stesse, ci facciamo prendere non so da cosa. Il monologo di Diletta voleva essere un inno ironico rivolto a tutti, specialmente alle giovani donne, alle ragazze, per spronarle a studiare a fare sacrifici pur di realizzare i propri sogni. Una grande delusione assistere agli attacchi di donne, giornaliste e donne dello spettacolo, tutte donne, anche donne che contano, che si fanno sentire, attacchi verso una giovane ragazza che vuole trasmettere un messaggio positivo, che ha avuto con ironia il coraggio di invecchiarsi davanti al mondo intero, invece di essere solidali, di rafforzare tutte insieme il nostro diritto a non essere solo belle, ma a guardare oltre, a valori più profondi basati sulla famiglia e sulla realizzazione professionale, invece di combattere e unirci tutte insieme per dare a noi donne voce, il diritto di andare a testa alta, di essere forti, di non avere paura del tempo che passa, tiriamo fuori bassezze come il rifarsi, la chirurgia, cattiverie da peggiori hacker, forse così si tira fuori la propria insoddisfazione, la propria rabbia, con cattiveria, cattiveria rivolta anche contro mia madre, una nonna che ha amato la famiglia e che attraverso cose semplici come una crostata al mandarino fatta con amore insieme ai suoi nipoti, ci ha trasmesso valori forti che vanno oltre l’aspetto fisico. Una grande delusione, non siamo capaci di unirci per rafforzare il nostro diritto ad essere donne tutte insieme diversamente belle, siamo noi le prime a non guardare oltre la facciata esterna, cosa pretendiamo, oltre c’è molto di più.