All’indomani dell’annuncio dell’ingresso dell’Arabia Saudita nel “club” dei Brics, il Wall Street Journal rivela che Riyadh sta valutando un’offerta della Cina per la costruzione di una centrale nucleare. Questa potenziale collaborazione industriale va ben oltre l’energia atomica, perché avrebbe un impatto geopolitico molto forte e di vasta portata. Peraltro, potrebbe essere il segnale dell’importanza dell’alleanza dei Brics come blocco anti-G7 dopo il vertice di Johannesburg. Inoltre, la costruzione di reattori cinesi in Arabia Saudita confermerebbe l’allontanamento di Riyad dagli Stati Uniti, suo storico protettore.



Anzi, così si alimenterebbe ulteriormente la rivalità politica e commerciale che contrappone la Cina agli Stati Uniti dal 2018. Il regno wahhabita, dunque, gioca con le rivalità tra i potenziali fornitori di Usa, Francia e Corea, mentre la Cina continua ad estendere la sua influenza in Medio Oriente. Infatti, è diventata il principale acquirente di petrolio saudita e il principale partner commerciale di Riyadh (con 116 miliardi di dollari di scambi entro il 2022).



ARABIA SAUDITA ALIMENTA TENSIONI USA-CINA

L’Arabia Saudita si prepara così all’era post-petrolifera sotto la guida del giovane leader de facto Mohammed Ben Salman. Gli Usa si sono impegnati ad aiutare il regno a sviluppare l’energia nucleare civile, ma a patto che Riyadh non arricchisse l’uranio nel suo territorio. Invece, la Cina non chiede questo in cambio, con grande disappunto della Casa Bianca, che supervisiona la non proliferazione nucleare in Medio Oriente. Ma agli Usa non mancano gli argomenti per frenare le ambizioni della Cina in Arabia Saudita. Ad esempio, nell’ambito della difesa militare, Riyad intende continuare a beneficiare della protezione americana ed è pure il maggior acquirente di armi americane.



«È poco probabile che gli americani permettano alla Cina di occuparsi della questione nucleare saudita», ha dichiarato un esperto in materia. Dunque, la rivelazione del Wall Street Journal sui negoziati sino-sauditi suona come un avvertimento per entrambe le parti: Washington li osserva. Peraltro, la Francia e la Corea del Sud potrebbero essere le vittime collaterali di questo confronto, che è più politico che commerciale. Secondo WSJ, l’offerta commerciale della Cina sarebbe più conveniente del 20% rispetto a quella della Francia o della Corea, in corsa rispettivamente con EDF e Korea Electric Power (Kepco).