Ungheria al centro delle trattative in Europa. Il Paese guidato da Viktor Orban è nel mezzo del dibattito per le sue posizioni sull’Ucraina e soprattutto sul suo possibile ingresso nell’Unione europea. Secondo quanto riportato dalla Stampa, Bruxelles avrebbe messo sul piatto 10 miliardi di euro per convincere Budapest a dare il via libera ai negoziati di adesione con l’Ucraina e ad approvare la creazione di un fondo Ue per aiutare Kiev.
Una ricca offerta per scongiurare il veto di Orban, in altre parole. La cifra sopra citata riguarda il 50 per cento dei fondi di coesione destinati a Budapest e prima congelati per la normativa che limita l’indipendenza della magistratura. Un tentativo di ammorbidire il premier ungherese, anche se potrebbe non bastare: Orban questa volta appare davvero inflessibile secondo gli addetti ai lavori.
L’offerta di Bruxelles a Orban
Il denaro bloccato dall’Ue e destinato all’Ungheria riguarda le violazioni dello Stato di diritto, un totale di oltre 21 miliardi di euro: 10 miliardi legati alle norme che minano l’indipendenza della magistratura e 11,7 miliardi legati alle leggi contro i diritti Lgbtqi e contro i richiedenti asilo. Bruxelles è pronta a liberare la prima parte di fondi, ma non è detto che sarà sufficiente. Ma non è tutto. L’offerta recapitata a Budapest ha fatto storcere il naso ai partiti della maggioranza dell’Europarlamento. In una lettera inviata alla presidenza della Commissione Ppe, Renew, Socialisti e Verdi esprimono la loro posizione: “L’Ungheria non ha raggiunto i parametri richiesti nel sistema giudiziario” per ottenere i fondi europei di coesione. Come riportato dall’Ansa, i partiti si sono detti “preoccupati per le minacce da parte di Budapest allo stato di diritto, ad esempio con la cosiddetta ‘legge per la difesa della sovranità” e “attendono una valutazione appropriata” da parte dell’Ue.