SPAGNA, PASSA LA LEGGE TRANS: “OK CAMBIO GENERE DAI 16 ANNI”

Doppia “rivoluzione” in Spagna all’insegna dei “diritti” andando pienamente incontro al politicamente corretto e al combinato disposto di libertà sessuale e autodeterminazione: riforma sull’aborto e “legge trans” divengono da oggi approvate a tutti gli effetti con l’ultimo Sì al Congresso dei Deputati. Sarà da domani possibile in Spagna per una 16enne ottenere senza consenso dei genitori un aborto volontario, così come sarà possibile per gli over16 accedere all’operazione per cambiare il proprio sesso o anche più semplicemente cambiare il proprio nome e tutti i documenti all’anagrafe: successo pieno per il Governo Sanchez e in particolare per la Ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero (Unidas Podemos), che la duplice riforma l’aveva caldamente proposta.



Con la “legge trans” la Spagna approva non tra poche difficoltà (per la netta divisione sul tema tra il PSOE e Podemos) la riforma che introduce la possibilità per tutti i 16enni di «autodeterminare liberamente la propria identità di genere». In Spagna, esattamente come in Italia, finora per cambiare sesso sul documento d’identità erano necessari almeno due anni di trattamento ormonale e una diagnosi medica o psicologica che attestasse la cosiddetta “disforia di genere”. Con la nuova “Ley Trans” invece basterà una dichiarazione della persona interessata sopra i 16 anni di età, senza alcun certifica medico necessario. Il testo inoltre include il divieto delle terapie di “conversione” (anche quando vi è il consenso dei diretti interessati) mentre apre alle tecniche di riproduzione assistita all’interno del portafoglio dei servizi comuni del sistema sanitario nazionale per le donne lesbiche, bisessuali e non sposate. L’elemento di massima divisione anche all’interno del Governo (molti nel PSOE non erano convinti, così come diversi movimenti femministi) riguardava però la possibilità di cambiare il proprio nome e sesso sul documento di identità: il cambiamento è previsto addirittura a partire dai 12 anni ma con autorizzazione giudiziaria (fino a 14 anni); tra 14 e i 16 anni servirà il consenso dei rappresentanti legali e sopra i 16 anni sarà possibile senza alcun consenso o requisito.



PASSA LA RIFORMA SULL’ABORTO IN SPAGNA: ECCO COSA CAMBIA

Dalla legge trans alla riforma sull’aborto, il Governo socialista di Spagna compie un altro passo verso la piena assimilazione delle battaglie “sui diritti”: giovedì 16 febbraio il Parlamento spagnolo ha infatti approvato in via definitiva la riforma che prevede come le ragazze possano abortire senza il consenso dei genitori fin dai 16 anni di età (invece che 18 come sosteneva la legge fino ad oggi, ndr). Introdotte poi con la riforma complessiva sull’aborto anche altre norme in materia di diritti delle donne: introduzione del congedo mestruale dal lavoro (per chi soffre di dolori mestruali, ndr) da 3 a 5 giorni, a discrezione del medico; distribuzione di metodi contraccettivi nelle carceri, nei servizi sociali e durante le campagne di educazione sessuale nelle scuole secondarie.



«Stiamo recuperando il diritto che è stato rubato alle giovani donne di 16 e 17 anni di decidere del proprio corpo, informando e condividendo questo processo con le loro famiglie, i loro cari, con chi vogliono, ma sono loro e solo loro a decidere», spiega la Ministra Montero dopo che la legge trans è passata con 191 voti a favore, 60 contrari e 91 astensioni, mentre la riforma sull’aborto ottiene 185 voti a favore, 154 contrari e tre astensioni (contrari solo il Partito Popolare e Vox). Molto critiche alcune associazioni femministe, così come diverse attiviste impegnate da anni a testimoniare le condizioni dei propri figli che hanno compiuto il “cambio di sesso” non senza enormi difficoltà: «La legge trans approvata dal Congresso dei deputati spagnolo è una legge che non tiene conto della realtà, che mischia termini come sesso e genere e crea insicurezza giuridica riguardo ai minori. È vero che non si parla di assumere ormoni per i minori, ma fomenta la transizione sociale, ovvero il cambio di nome e sesso all’anagrafe, che è la porta di accesso per la transizione medica». Lo ha dichiarato per l’appunto un’attivista dell’associazione di un gruppo di madri, che ha parlato a condizione di anonimato per tutelare la figlia che è stata una minore trans: «chiederemo all’Ue di intervenire. la legge proibisce qualsiasi approccio che cerchi l’origine del malessere psicologico e psichiatrico dei minori, classificandolo come ‘terapia di conversione’, che era già proibita nell’ordinamento spagnolo. Non si permette un esame psicologico, anche se c’è il consenso dell’interessato, e i professionisti rischiano una multa salata». La legge non tiene conto di alcune realtà come le persone che, dopo essersi sottoposte a una transizione in età giovane, conclude la madre attivista contro la duplice riforma in Spagna, «decidono di invertire questo processo, con molta sofferenza».