L’Italia deve imparare a farcela da sola, ma se lui viene aiutato dalla Merkel allora non c’è problema. Parliamo di Mark Rutte, il primo ministro olandese con cui ha a lungo trattato il premier Giuseppe Conte per il Recovery Fund. Stando a quanto riportato da Il Giornale, il suo Paese è stato aiutato dalla Germania che ha coperto i costi dei pazienti olandesi ricoverati lì. E allora il quotidiano avanza una provocazione: perché l’Olanda non ha fatto ricorso al Mes se era in difficoltà dal punto di vista sanitario? Le terapie intensive peraltro sono ancora piene di pazienti malati di Covid-19. Quando il suo Paese si è trovato in difficoltà ha accettato di buon grado l’aiuto della Germania che, come annunciato tre giorni fa, ha deciso di coprire tutti i costi dei pazienti olandesi che sono stati curati nelle strutture ospedaliere tedesche. Ad annunciarlo il ministro della Salute tedesco Jens Spahn.
OLANDA, AIUTI DALLA GERMANIA SU COVID (SENZA MES)
«La Germania coprirà tutti i costi dei pazienti coronaropatici dei Paesi Bassi che sono stati trattati in Germania», ha dichiarato il ministro Jens Spahn. In questo modo l’Olanda risparmierà 2,3 milioni di euro, secondo Il Giornale. Un bel gesto quello del Paese guidato da Angela Merkel che riguarda altri Stati membri dell’Unione europea. Come ricostruito da De Telegraaf, durante la fase più acuta della pandemia Berlino si è fatta carico di diversi pazienti dall’estero, anche italiani. Dall’Olanda ne sono arrivati 58, la maggior parte dei quali trasferiti nel Nord Reno-Westfalia che si trova al confine. Sono stati assistiti per mesi visto che «le unità di terapia intensiva nei Paesi Bassi minacciavano di diventare sovraffollate». Attualmente la Germania non ne sta ospitando più. L’ultimo paziente olandese purtroppo è morto nei primi di giugno. Nei giorni scorsi i due governi hanno tirato le somme delle spese e Berlino ha annunciato che non chiederà nulla all’Aja. Questa vicenda però solleva diversi interrogativi. In primis, perché l’Olanda non ricorre al Mes per potenziare la propria sanità?