Se avete il ricordo di un’Olanda accogliente e senza problemi di integrazione, dovete probabilmente aggiornare il vostro database. Sì, perché, nonostante il 20 per cento dei residenti sia rappresentato da immigrati o da figli di immigrati e il 10,6% da “non occidentali”, la situazione rispetto al passato pare essere radicalmente mutata, come ha evidenziato Klara Murnau sulle colonne del quotidiano “Libero”. Scrive: Un tempo l’accesso alla cittadinanza era facile e a chi aveva problemi con la lingua, il governo forniva servizi e documenti tradotti. Questa stessa mancanza di assimilazione però, ha favorito l’emarginazione, soprattutto economica, che ha alimentato i risentimenti ed è proprio con la percezione di una minaccia islamista che si è dato vita a partiti e posizioni che hanno chiesto di rivedere la politica tradizionale”.



Era il 2 novembre 2004 quando, ad Amsterdam, il regista Theo van Gogh (discendente del fratello di Vincent), autore del cortometraggio contro il maltrattamento delle donne nell’Islam “Submission”, fu ucciso da un’estremista con doppia cittadinanza olandese e marocchina: “Dopo avergli sparato otto volte e tagliato la gola, due coltelli nello stomaco trattenevano un documento di cinque pagine con minacce ai governi occidentali, agli ebrei, al deputato Geert Wilders e ad Ayaan Hirsi Ali, coautrice del film”, ha proseguito Murnau.



OLANDA ISLAMOFOBA: LOTTA POLITICA CONTRO IL PARTITO “DENK”

Peraltro, nel 2017 ha fatto il suo ingresso in Parlamento in Olanda il partito Denk, fondato da Tunahan Kuzu e Selçuk Öztürk, due deputati di origine turca che hanno lasciato il partito laburista, accusandolo di essere diventato ostile verso gli stranieri. “Rivolgendosi principalmente ad immigrati – scrive ‘Libero’ –, il Denk è stato accusato di non essere altro che uno strumento della politica turca data la controversia delle sue posizioni, come la negazione del genocidio armeno”.

A quel punto, l’Olanda ha cambiato rotta e ha cominciato a respingere almeno un quinto dei siriani che l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati aveva chiesto di accogliere. Il motivo? “Idee religiose estremiste” o “l’impossibilità di inserirsi nella società olandese data dall’avversione delle idee base della cultura occidentale”. La statistica rivela che nel 2018 i Paesi Bassi hanno ammesso solo 288 dei siriani rifugiati in Turchia, contro i 2100 dell’anno antecedente.