Gli Eurobond si allontanano sempre di più, al netto delle dichiarazioni per ora rimaste nel vuoto di Bce e anche le ultime della Commissione Europea: il Ministro delle Finanze dell’Olanda, Wopke Hoekstra, stronca ancora questa mattina l’ipotesi dei “coronabond” avanzati invece da Italia e Spagna nell’ormai celebre Consiglio Ue di due settimane fa dove si ebbe la sostanziale rottura dell’Europa davanti alla crisi coronavirus. «Anche nella strategia di lungo termine dobbiamo assicurarci che l’Unione Europa sviluppi resilienza e prosperità capaci di durare nel futuro. Concordo sul fatto che gli strumenti per riuscirci debbano essere comuni, ma ci sono differenti punti di vista» ha spiegato il braccio destro del Premier Rutte in una intervista a Repubblica.



«A nostro avviso la Bce sta facendo abbastanza e gli Eurobond non rappresentano una soluzione. Per noi l’obiettivo è duplice: rispondere alle esigenze immediate e assicurarci che a lungo termine gli stati membri e la zona euro siano resilienti», spiega ancora il Ministro olandese. La linea è quella della Germania, quella ribadita dalla Von der Leyen ancora negli scorsi giorni e quella di fatto “compresa” anche dal Premier Conte quando già nell’ultima conferenza stampa del 1 aprile parlava di “distanze forti” tra le diverse anime dell’Eurozona.



EUROBOND, RESTANO SOLO ITALIA E SPAGNA A FAVORE

«In passato – ha ricordato ancora Hoekstra – il Fondo Salva Stati ha dato ottimi risultati. Comunque è difficile dire come proseguirà la discussione, ne stiamo parlando con i partner Ue»: è Nord contro Sud, Mes contro Eurobond, è per il momento la “morte” dell’unità europea per come conosciuta negli scorsi decenni. La ricetta dell’Olanda è quella di creare stabilità e di non accettare “titoli di stato comuni” per sostenere i debiti altrui: il concetto della pandemia come crisi extra-colpe dei singoli Paesi per il momento non viene accettata dai Paesi del Nord Europa e il rischio di uno strappo nei prossimi giorni è possibile. «Su questo abbiamo opinioni diverse, ma l’Olanda lavora per creare ponti, non per dividere. Inoltre dobbiamo essere realisti, non sappiamo quanto durerà la crisi e che impatto avrà. In Parlamento mi è stato chiesto se posso garantire che nessuna azienda fallisca. La mia risposta è che come governi e come Unione saremo capaci di uscire da questo momento, ma in tutta onestà devo anche dire che in Olanda e in Europa alcune imprese finiranno nei guai. Il nostro obiettivo è limitarli e far tornare aziende e persone a camminare sui propri piedi il più in fretta possibile», spiega in maniera ancora diplomatica ma netta il Ministro dell’Economia dell’Olanda.



L’austerità resta il caposaldo pressoché unico dei Paesi del Nord anche nel pieno della pandemia da coronavirus: restano Italia e Spagna a tenere duro sulla proposta anti-Mes, mentre la Francia valuta una posizione di mezzo magari con un Fondo Salva-Stati “light” che eviti una ricetta di completa austerità per i Paesi che lo dovrebbero richiedere (posizione tra l’altro non scartata neanche dal Premier Conte). Nell’Eurogruppo di domani le carte dovrebbero iniziare a “sciogliersi” e i primi esiti si dovranno avere: intanto, il Ministro per gli Affari Europei Enzo Amendola stamane a Sky Tg24 ha spiegato «per la natura della crisi che stiamo vivendo, il Mes non è più appropriato. Una politica fiscale finanziata con dei bond, con dei titoli di debito, garantiti da tutti i 27, avrebbe una portata, anche condizionata agli obiettivi della crisi che abbiamo davanti a noi, molto più potente».