Stanchezza da guerra? È proprio quello che vuole la Russia“. Olena Zelenska non si arrende. Non lo fanno neppure gli ucraini da quando Vladimir Putin ha disposto l’invasione delle loro terre. Questa settimana la moglie di Vladimir Zelensky è a Londra ed è inevitabilmente disorientante il clima che ha trovato. Le decorazioni festive, il traffico… mentre in Ucraina riprendevano i raid. Infatti, il Times, che l’ha intervistata, ha riportato la sua preoccupazione per il figlio Kyrylo, 9 anni, e Oleksandra, oltre che per il Paese guidato dal marito. “Sembra combattuta tra il bisogno di venire in Gran Bretagna per chiedere assistenza e il sentirsi attratta dal ritorno per proteggere la sua gente“, scrive Alice Thomson.



È comprensibile che l’Occidente sia stanco. Tuttavia, questa frase, che sento spesso – stanchezza da guerra – è piuttosto pericolosa per noi, perché è esattamente ciò che vuole il nostro avversario. Si aspettano che la gente dimentichi e che il mondo si stanchi delle tristi notizie e che l’Ucraina scompaia dalle prime pagine. In questo modo si sentirebbero autorizzati a fare ciò che vogliono“, afferma Olena Zelenska al giornale inglese. Il suo timore non è per il lungo inverno, le temperature che precipitano, i blackout, l’interruzione di internet e la lotta per il riscaldamento: “No, moriamo a causa dei missili russi“. La moglie del presidente ucraino ribadisce la tenacia del popolo. “Non capitolano nemmeno se muoiono di fame“. Anzi, gli ucraini conservano una visione ottimistica. “Gli ucraini stanno diventando abbastanza resistenti anche se la situazione si fa difficile“.



“UCRAINA VUOLE RESISTERE E COMBATTERE”

Olena Zelenska al Times ci tiene anche a precisare che la resistenza degli ucraini prescinde dalle intenzioni del governo. “La leadership politica del Paese sta seguendo la volontà del popolo, che vuole resistere e continuare a combattere“. Non nomina mai la Russia, non fa mai riferimento ai russi, che definisce invece gli occupanti. “L’inverno è infido e loro contano su questo, non è la prima volta che usano la forza della natura contro la popolazione civile“. Dal canto suo, ha lanciato una fondazione per aiutare gli ucraini che hanno perso case e mezzi di sostentamento. “Stiamo cercando di farlo nei territori delle regioni di Kherson e Kharkiv, acquistando supporto tecnico, generatori e stufe, per aiutare le persone a sopravvivere. Stiamo anche sostenendo le scuole e la ricostruzione dell’ospedale di Izium“.



All’inizio della settimana la moglie di Zelensky ha partecipato ad un ricevimento a Buckingham Palace nell’ambito della conferenza sulla prevenzione della violenza sessuale nei conflitti, mettendo in guardia dalle atrocità perpetrate dai russi sulle donne in Ucraina. “Lo stupro è un crimine di guerra grave quanto le armi chimiche. Gli occupanti stanno usando tutto lo spettro a loro disposizione per intimidire e uccidere gli ucraini“. La first lady ucraina auspica che il Regno Unito faccia da apripista alla creazione di un tribunale internazionale per cercare di ottenere giustizia per le vittime. “La violenza domestica era un tema per me già prima dell’invasione. Ma la guerra apre angoli di violenza che non avremmo mai potuto immaginare prima. (..) Non si può paragonare lo stupro di una bambina, o di un’anziana, sono tutti orribili, ma ciò che è veramente spaventoso è la quantità di ragazze che vengono abusate e quanto sia sistematico questo tipo di violenza“. Olena Zelenska precisa che non si tratta di stupri occasionali e casuali. “Ciò che è così orrendo è che sono pianificati e avvengono con la benedizione di qualcuno ai vertici“.

“PARENTI RUSSI? NON MI HANNO CONTATTATA…”

In Ucraina ci sono molte donne che hanno imbracciato le armi, ma Olena Zelenska non sarebbe andata al fronte anche se non fosse stata la moglie di Volodymyr Zelensky. “Non ho mai portato armi in vita mia, quindi ad essere sincera penso che sarei più un ostacolo in prima linea. Ma abbiamo 40.000 donne coraggiose che combattono e questa è una loro scelta. Molte donne provengono da professioni diverse, ad esempio una ex insegnante di storia che conosco è ora comandante dell’unità di artiglieria“, racconta al Times. Come moltissimi ucraini, anche la first lady ha parenti e conoscenti russi, ma ha interrotto i contatti con loro. “Naturalmente la colpa è di Putin, ma senza il sostegno del popolo russo non avrebbe potuto fare una cosa del genere. Ho dei parenti lì, ma non comunichiamo. Quei rapporti sono finiti del tutto“. Nessuno dei suoi legami russi l’ha contattata dal giorno dell’invasione, questo per la first lady ucraina è significativo. “Quando la tua vita, quella dei tuoi figli e della tua famiglia è in grave pericolo e la gente non ti chiede nemmeno se sei ancora vivo, credo che questi rapporti siano finiti“.

Riguardo il marito Zelensky, al Times racconta che lo vede un paio di volte alla settimana nel complesso residenziale dove entrambi lavorano, mentre i figli lo vedono “molto raramente“. Il suo lavoro, infatti, è anche quello di “tenerli al sicuro“. Ma è molto orgogliosa del marito: “A volte sento che questo non è il ruolo che vorrei per me stessa. Ma stiamo facendo qualcosa che funziona, abbiamo avuto dei successi, quindi dobbiamo continuare ad andare avanti e a pensare di poter abbandonare questa strada adesso è incomprensibile“. Nel suo orizzonte c’è la ricostruzione della loro Ucraina. “Non abbiamo molta scelta, per noi è un istinto di sopravvivenza, stiamo combattendo per le nostre vite“. Ma Olena Zelenska ricorda: “Questa è una guerra di visioni del mondo opposte, una lotta per la verità e per i valori umani, è importante per tutti noi che questi vengano preservati“.