OLIMPIA MILANO, È ADDIO CON NICOLÒ MELLI: LA STORIA SI RIPETE
Termina qui l’avventura di Nicolò Melli all’Olimpia Milano, un deja-vu di quello che era già successo nel 2015 quando da svincolato aveva accettato il trasferimento al BRose Bamberg, squadra all’epoca campione di Germania. Da quel giorno ne sono successe di cose: l’approdo al Fenerbahce, l’arrivo in NBA con le casacche di Pelicans e Dallas, fino al romantico ritorno all’Olimpia.
Tre anni e tre campionati dopo, Melli si appresta a salutare un’altra volta il capoluogo lombardo. Un addio che fa male ai tifosi, che speravano nell’intesa tra lui e la società. Così non è stato ed è per questo che Melli ha deciso di salutare da vincente sul campo. Il suo futuro sembra abbastanza scritto con un altro ritorno, questa volta al Fenerbahce.
OLIMPIA MILANO, SI VOLTA PAGINA: IN ARRIVO JOSH NEBO
L’Olimpia Milano aveva proposto a Nicolò Melli il rinnovo durante i playoff, una proposto con il salario netto al ribasso 30-35% eliminando l’agevolazione fiscale del Decreto Crescita. Il discorso sul mancato prolungamento però non è da additare ai soldi e nemmeno alla nuova destinazione.
Certo, Fenerbahce è stata, è e a quanto pare è destinata a rimanere la meta del cuore di Melli, ma il capitano non ha mai fatto mancare la serietà. Un plauso va fatto anche a Messina: i due avevano un rapporto “Molto costruttivo, a volte anche distruttivo” come aveva ribadito recentemente Melli, ma hanno messo il bene dell’Olimpia davanti a tutto e tutti.
Naturalmente, una volta raggiunto l’obiettivo al termine del triennio, l’addio poteva anche essere prevedibile. Le voci sul rinnovo avevano però riaperto una flebile speranza ai tifosi, ma nulla più. La decisione presa era quella più logica e ora Melli potrà esaudire il suo sogno di tornare in Turchia.
E Milano? Obbligatorio fare una riassunto tattico: l’arrivo in estate di Mirotic da centro aveva relegato Melli al ruolo di pivot, ben distante dai compiti di ala forte che preferiva. A proposito di pivot, ora Josh Nebo in arrivo da Maccabi Tel Aviv avrò proprio questo ruolo, ridisegnando lo scacchiere tattico.
In conclusione possiamo dire ancora una volta che questa è stata la gestione perfetta avendo messo da parte le faccende personali, raggiunto il risultato prefissato ad inizio anno in patria e concluso da uomini il contratto, con una proposta rifiutata e un sentito ringraziamento.