Il messaggio choc contro Ettore Messina
Il giorno dopo il big-match di Serie A di Basket tra Olimpia Milano e Virtus Bologna, la Procura ha aperto un’inchiesta per uno striscione shock. In seguito alla sfida, che ha visto Milano imporsi 96-74 in trasferta e agganciare gli emiliani al primo posto in classifica, non mancano le polemiche per uno striscione e una frase shock apparsa nel corso del match contro il tecnico Ettore Messina. Sullo striscione, il riferimento è proprio alla “morte di Ettore”, vicenda contenuta nel ventiduesimo capitolo dell’Iliade. “Nessuna pace fra lupo e agnello”, si legge nel messaggio scritto dai tifosi bolognesi che si rifà appunto al capitolo in questione.
L’episodio increscioso, sul quale la Procura ha aperto un fascicolo, è accaduto durante la partita fra la Virtus Segafredo Bologna e l’EA7 Emporio Armani Milano. La squadra lombarda, guidata dall’ex coach bianconero Ettore Messina, si è imposta per 96-74. Nel corso del match, i tifosi del Bologna hanno esposto uno striscione con la frase dell’Iliade riferita alla “morte di Ettore”, nome del tecnico.
Aperto un fascicolo
La Federazione Italiana Pallacanestro ha fatto sapere che la Procura federale ha “aperto un fascicolo per appurare le responsabilità in ordine all’esposizione, durante la gara di ieri, 2 gennaio 2023” del messaggio contro Ettore Messina. Come si legge nel comunicato si tratta di “un messaggio di violenza che non può e non deve trovare albergo nei nostri palasport, nel nostro movimento sportivo“.
Dopo la sfida contro le V Nere, che è valsa l’aggancio in classifica, Ettore Messina ha dichiarato: “È stata una buona partita, soprattutto in difesa abbiamo fatto le cose per bene, senza subire i loro lunghi nell’area dei tre secondi, credo sia importante aver condotto per tutta la partita anche con ampi margini. Abbiamo avuto tanti protagonisti diversi per tutta la gara, ma ovviamente è solo una partita in una stagione lunghissima, c’è ancora tanto da fare. Sono contento per i ragazzi perché quando sembrava che tutto fosse contro di noi, quando perdevamo magari partite vinte, hanno continuato a lavorare, ci hanno creduto”.