PERCHÉ LA RUSSIA NON HA PARTECIPATO ALLA CERIMONIA

Perché la Russia non partecipa alla Cerimonia delle Olimpiadi Parigi 2024? La domanda sarà sorta a molti durante la visione, anche se la risposta è abbastanza facile da comprendere: gli atleti russi non possono partecipare sotto la propria bandiera a causa del conflitto che coinvolge Russia e Ucraina.



Nella scorsa Olimpiade, invece, il motivo è dovuto alla decisione della WADA (agenzia mondiale antidoping) che aveva squalificato la Russia per manovre governative soggette a  manipolazione dei test antidoping, oltre a varie pratiche illegali contro l’etica sportiva.

Questa volta però il motivo come detto è dovuto alla Guerra e il CIO (comitato olimpico internazionali) non ha aperto le porte né agli atleti della Russia né alla Bielorussia, se non sotto bandiera neutrale. Proprio per questo motivo, i 31 sportivi in questione (15 russi, 16 bielorussi) potranno partecipare ai Giochi Olimpici, ma non sfilare sulla Senna.



PERCHÉ LA RUSSIA NON PARTECIPA ALLA CERIMONIA, LE DICHIARAZIONI DEL DIRETTORE CIO

La decisione del CIO è stata molto chiara: “Non parteciperanno alla parata delle delegazioni e delle squadre nella cerimonia di apertura poiché sono atleti individuali” ha tagliato corto il direttore James Macleod.

C’è da dire che non tutti gli sportivi russi e bielorussi hanno accettato questa decisione e ci sono ben 18 atleti, come riporta Il Wall Street Journalm che hanno cambiato nazionalità pur di partecipare sotto bandiera: Anastasiia Kirpichnikova con la Francia, Georgii Okorokov con l’Australia, Sardana Trofimova con il Kyrgyzstan tra gli altri.



Naturalmente le critiche sono arrivate da ogni parte del mondo. C’è chi sostiene che, come si è esibita la Squadra Olimpica dei Rifugiati che dunque non ha nessuna “bandiera”, anche russi e bielorussi meritavano quantomeno la considerazione nel “primo giorno olimpico”.

D’altro canto c’è chi era completamente in disaccordo con la partecipazione dei russi, polemiche che già c’erano state per i Mondiali di calcio per esempio. A supporto di questa tesi, ci sono state idee discordanti anche sul “cambio di nazionalità” citato in precedenza.

Insomma, anche se si è più volte sottolineato come lo sport dovrebbe unire e non alimentare questioni politiche, in questo periodo storico sembra impossibile farne a meno: vedremo se anche durante il torneo olimpico emergeranno ulteriori botta e risposta.