Sette persone arrestate in Belgio, patria di terroristi islamici che in passato hanno anche messo a segno attentati in Francia. Una lettera del ministro degli Esteri di Israele, Katz, che riferisce al suo omologo francese Stéphane Séjourné di possibili attentati alle Olimpiadi da parte di proxy dell’Iran. L’allarme terrorismo per i Giochi è alto da tempo e le notizie delle ultime ore non fanno altro che confermare i pericoli che l’intelligence (non solo francese) aveva paventato da tempo. Hamas e Hezbollah, infatti, osserva Stefano Piazza, giornalista e scrittore, esperto di sicurezza e terrorismo, sono sotto osservazione per i loro proclami e la presenza in Europa, per non parlare di Isis e Al Qaeda, per i quali Parigi, e in particolare la Tour Eiffel, è sempre stata uno degli obiettivi da colpire. Ecco come la città e la Francia si sono preparati per ridurre al minimo i rischi.
Israele avverte la Francia di possibili attacchi targati Iran agli atleti israeliani in occasione delle Olimpiadi. Quanto è alto l’allarme terrorismo per i Giochi?
Certamente a rischiare in primis sono gli atleti israeliani, ma la stessa cosa si può dire per gli atleti americani e dei Paesi che sostengono Israele. I tedeschi, per esempio, sono a rischio perché il primo ministro Scholz ha detto che il suo Paese sosterrà Israele fino alla fine, senza seguire le logiche di boicottaggio dei pro-Pal.
Su chi l’intelligence punta l’attenzione?
Su Hamas prima di tutto, che ha postato un video in cui si dichiara che le Olimpiadi sono un obiettivo, annunciando attentati. Con loro bisogna tenere d’occhio gli Hezbollah, che sono molto presenti in Europa e sono stati oggetto recentemente di un’operazione fra Spagna, Germania e Inghilterra. Entrambi i gruppi fanno riferimento all’Iran, certamente interessato a far commettere qualche attentato. C’è il rischio che utilizzino una tattica mista, organizzando un diversivo in una parte della città, nascondendosi dietro a qualche manifestazione di piazza, per poi agire dall’altra parte. I servizi di sicurezza francesi e l’intelligence europea sono particolarmente attenti in queste ore anche su questo fronte.
Potrebbe entrare in gioco anche il terrorismo sunnita?
Lo Stato islamico e Al Qaeda vedono sempre Parigi e luoghi iconici tipo la Tour Eiffel come degli obiettivi. In tutta la pubblicistica delle organizzazioni terroristiche ci sono due luoghi sempre presenti: la Sagrada Familia di Barcellona, simbolo della cristianità, e la Tour Eiffel, appunto, vista come simbolo della Francia.
Come vengono protetti gli atleti israeliani?
Sono protetti da uomini dei servizi partiti da Tel Aviv, Shin Bet e unità dell’intelligence. La stessa cura nel garantire la sicurezza è stata messa per proteggere la delegazione americana. Gli atleti sono controllati in continuazione e seguiti. Quando si allenano non fanno avvicinare nessuno. Fanno in modo che non siano raggiungibili. Gli atleti israeliani in particolare sono in una specie di bolla, sono l’obiettivo principale.
Ci sono già state operazioni di polizia per neutralizzare eventuali terroristi intenzionati ad agire durante la manifestazione?
Sono stati arrestati due ragazzi, uno dei quali a Bordeaux, mentre l’altro giorno è stato bloccato un cittadino russo. Ma questi sono solo gli ultimi arresti, ce ne sono stati anche altri nelle scorse settimane, gente già attenzionata perché sospettata di essere vicina al mondo del terrorismo islamico. Persone fermate perché stavano progettando qualche azione, anche se non è stato rivelato quali fossero gli obiettivi prefissati.
Come si stanno preparando ad affrontare questi pericoli i francesi? Il centro di Parigi sembra diventato una grossa ZTL: un provvedimento preso anche per prevenire certe azioni?
Leggi speciali non ne hanno fatte. Si tiene conto delle lezioni del passato, dei veicoli lanciati sulla folla in Costa Azzurra, ad esempio. In questi casi bisogna disporre delle zone con traffico controllato. Il dispositivo viene definito insieme dalla polizia, dall’esercito, dall’intelligence, coinvolgendo pure le società private di sicurezza. La mobilità è importantissima: le metropolitane, ad esempio, sono sotto controllo. Quando si discute di possibili attentati terroristici bisogna sempre immaginare l’inimmaginabile. Per contrastare i terroristi bisogna pensare come loro, immedesimarsi per cercare di capire che cosa potrebbero colpire. L’episodio a cui è scampato Donald Trump dimostra che tutti possono essere oggetto di un attentato e in ogni situazione, basta poco, una disattenzione, per creare le condizioni in cui si può verificare. Occorre mettersi nella loro testa, se non lo si fa si è destinati a pulire il sangue dalle strade.
L’intelligence francese, insomma, ha il suo bel da fare. Ha la collaborazione anche dei colleghi degli altri Paesi europei?
La collaborazione è mondiale, sono coinvolte le maggiori agenzie a livello internazionale. I servizi francesi hanno contatti con tutti, in una cooperazione gigantesca che è in atto da mesi per monitorare il mondo del terrorismo islamico. Le Olimpiadi potrebbero diventare una vetrina importante anche per qualche pazzo che volesse rendersi protagonista di azioni solitarie. Ci vuole un dispositivo capace di pensare a tutte le minacce possibili.
C’è anche un pericolo di terrorismo informatico?
Sì, certo, ci sono già stati pesanti attacchi cyber per paralizzare i sistemi che servono allo svolgimento delle Olimpiadi, ai quali si aggiunge una campagna di disinformazione da parte dei russi, per mettere in cattiva luce le Olimpiadi. Gli atleti russi non ci sono e si getta discredito sui Giochi, un’operazione messa in atto attraverso Telegram, Twitter, inventando che la manifestazione è un fallimento, che non funziona.
(Paolo Rossetti)
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