Sembra che gli animi attorno alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026, che si terranno a Cortina d’Ampezzo, si siano accendendo ed infuocando. Il tema più caldo, su cui si dibatte da più di un anno a questa parte e che non sembra ancora aver trovato una soluzione condivisa da tutti gli enti in gioco, è la pista da bob. Da un lato c’è il CIO, ovvero il Comitato Olimpico Internazionale, e dall’altro la Fondazione Milano Cortina, entrambi con un’idea ben precisa e che non sembrano disposti a fare un passo in direzione dell’altro. Oltre alla pista da bob in ballo ci sarebbe anche il villaggio olimpico, a cui non si riesce proprio a trovare una collocazione.



Lo scontro sulla pista da bob per le Olimpiadi 2026

Insomma, le Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026 sembrano aprirsi nel segno del conflitto, come d’altronde capita spesso quando si tratta di prendere decisioni internazionali. Capitò lo stesso identico copione anche in occasione, per esempio, delle Olimpiadi invernali di Torino nel 2006, quando si dovette decidere per aprire o meno una nuova pista di bob vicino al capoluogo piemontese, costata in quell’occasione oltre 110 milioni di euro. L’esito di quell’investimento? L’abbandono completo della pista nel 2012.



E proprio una situazione analoga a quella delle Olimpiadi di Torino si teme anche per Milano-Cortina 2026. Da un lato il comitato interno, ovvero la Fondazione Milano Cortina, vorrebbe costruire la pista vicino alla località in cui si terranno i giochi, demolendo e ricostruendo la vecchia pista da bob, anch’essa abbandonata, dedicata ad Eugenio Monti. Il progetto, però, costerebbe oltre 93 milioni di euro, con un impatto ambientale che ha spinto anche gli ambientalisti a muoversi contro la decisione della Fondazione. Per tutte queste ragioni, il CIO ha, dunque, proposto di utilizzare per le Olimpiadi del 2026 la pista da bob di Igls, vicino ad Innsbruck in Austria. Per la Federazione è un no secco, perché sarebbe illogico muovere tutte le persone che voglio assistere ai giochi olimpici, e costituirebbe anche una perdita economica ingente per il capoluogo lombardo. Di contro, però, senza approvazione del CIO, non verranno stanziati i fondi necessari, che la Federazione dovrà mettere di tasca sua.

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