Olimpiadi Parigi: polemica sul manifesto senza la croce in cima agli Invalides

Sono stati presentati ufficialmente i manifesti per le prossime Olimpiadi che si terranno tra luglio e agosto a Parigi, ma nella capitale francese e in parte del mondo è scoppiata immediatamente la polemica. La realizzazione delle opere è stata affidata all’artista francese Ugo Gattoni, considerato tra gli esponenti moderni dell’arte chiamata fine-liner, che ha scelto uno stile sfarzoso e futuristico, reinventando la città sotto forma di enorme stadio.



Ma lo stile lineare, a tratti futuristico e chiaramente reinventato dei manifesti delle Olimpiadi di Parigi ha fatto infuriare parte della società, ovvero quella che siede in governo nei banchi dell’opposizione. Un dettaglio, in particolare, ha fatto infuriare la destra francese, ovvero che sulla cupola degli Invalides è stata eliminata la croce che da secoli svetta sulla sua sommità, oltre al tricolore francese. “Che senso ha fare i Giochi Olimpici a Parigi”, si chiede Marion Maréchal, capolista del partito di Eric Zemmour, commentando i manifesti, “se è per nascondere ciò che siamo?”. François-Xavier Bellamy, invece, accusa l’artista di “negare la Francia fino a distorcere la realtà per cancellare la sua Storia“. Eric Ciotti, invece, ricorda che la cupola non è “quella di un supermercato ma di una cappella”, mentre Jordan Bardella (Rassemblement National) denuncia “la cancellazione” del patrimonio cristiano della Francia.



La risposta di Ugo Gattoni: “È una rappresentazione volutamente non fedele”

La polemica sui manifesti delle Olimpiadi di Parigi, tuttavia, non si è limitata alla Francia, ma è arrivata anche in Italia, dove il vicepremier Tajani ha sottolineato che “togliere la croce dalla cupola della chiesa degli Invalides non è laicità, è stupidità”, ribadendo a sua volta che “non possiamo rinunciare alla nostra identità”. Si discute, nel frattempo, anche attorno all’idea di riservare proprio la struttura degli Invalides ad un “villaggio olimpico saudita“, vista dalla deputata Nathalie Serre come la vendita e monetizzazione di qualcosa “che non si può vendere”.



Ovviamente, la polemica attorno ai suoi manifesti per le Olimpiadi di Parigi hanno stimolato la risposta dell’artista, Ugo Gattoni, che ha sottolineato come l’obiettivo fosse “non rappresentare gli oggetti o gli edifici come dovrebbero essere. Li disegno come appaiono nella mia mente, senza alcun secondo fine. Non voglio che siano fedeli all’originale, ma piuttosto che la gente possa immaginare a colpo d’occhio cosa sono, proiettandoli in un mondo surreale e festoso”. Il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Parigi, similmente, parlando dei manifesti ha sottolineato che “si tratta di una rappresentazione non esaustiva né fedele alla realtà — l’onda di Tahiti è al largo della Marina di Marsiglia, la Tour Eiffel è rosa, la metropolitana passa sotto l’Arco di Trionfo — senza che questo debba essere interpretato a fini politici. Un’interpretazione artistica gioiosa e scanzonata di una città-stadio reinventata“.