Olimpiadi, Amnesty International contro i sistemi di videosorveglianza per la sicurezza pubblica gestiti da intelligenza artificiale. In un nuovo comunicato, l’organizzazione ribadisce gli avvertimenti che già da tempo aveva diffuso tramite i propri canali, affermando che la privacy è a rischio perchè tutti i comportamenti saranno analizzati attraverso le immagini registrate da un algoritmo, che deciderà cosa può rappresentare un pericolo e cosa no. Il governo francese è stato il primo dell’Unione Europea a scegliere di introdurre questa nuova tecnologia per stabilire quali potrebbero essere i problemi di ordine pubblico sui quali intervenire.



Nei rilievi dell’Ai fatti sulla base dei video ripresi dalle telecamere su strada, saranno in particolare approfonditi particolari gesti che l’algoritmo potrebbe interpretare come pericolosi, movimenti di folla, principi di incendi o atti sospetti, compresi anche oggetti lasciati incustoditi. Il software, introdotto ufficialmente il giorno dell’inaugurazione dei Giochi, agirà in tempo reale, quindi si servirà della cosiddetta “realtà aumentata“, per poter sorvegliare tutta la situazione.



Videosorveglianza AI alle Olimpiadi, l’algoritmo analizza i movimenti delle persone, polemiche dalle associazioni a tutela della privacy

Olimpiadi, fanno discutere i sistemi di videosorveglianza con software di intelligenza artificiale introdotti dal governo francese per analizzare le immagini in tempo reale attraverso un algoritmo e rilevare quali potrebbero essere le minacce per la sicurezza pubblica. Queste tecnologie infatti, come avverte Amnesty International, non solo potrebbero continuare ad essere utilizzate anche dopo la fine dei giochi, entrando permanentemente in funzione nelle grandi città, ma potrebbero rappresentare l’inizio dell’utilizzo di metodi sempre più invasivi, arrivando fino al riconoscimento facciale.



Il rischio come avvertono anche altre organizzazioni a tutela dei diritti della privacy, è che la legalizzazione della videosorveglianza AI in Francia possa diventare un metodo di controllo sul comportamento di tutti i cittadini, anche per coloro che non hanno intenzione di compiere reati o avere atteggiamenti che potrebbero sembrare pericolosi. La gestualità degli individui e i loro movimenti sono infatti considerati dati corporei che rientrano in quelli che dovrebbero essere protetti dalla legge.