I prezzi dell’olio da cucina hanno raggiunto livelli record in tutto il pianeta. Un dato confermato da un servizio realizzato da “Zero Hedge”, che si concentra innanzitutto sulle cifre fatte segnare dall’olio di palma, l’olio vegetale più consumato al mondo, aumentando le preoccupazioni per la persistente inflazione alimentare globale. Tradotto in percentuali, gli incrementi dei prezzi dell’olio di palma della Malesia sono stati di oltre il 40% quest’anno, mentre per l’olio di soia sono cresciuti di oltre il 50%.



Un’impennata delle tariffe legata, secondo “Bloomberg”, “all’emergere della domanda repressa con la riapertura dei mercati economici dopo la pandemia”. Parole alle quali hanno fatto eco quelle di Sathia Varqa, proprietario di Palm Oil Analytics a Singapore: “L’olio di palma non sta solo cavalcando un’offerta ristretta, che continua a sostenere prezzi più alti, ma sta anche ottenendo un sostegno esterno più ampio dai mercati energetici”. In tal senso, il Malaysian Palm Oil Board ha riferito che la produzione nei primi nove mesi dell’anno è stata la più debole dal 2017.



OLIO DA CUCINA, PREZZI ALLE STELLE: “SERVONO POLITICHE PER RAFFREDDARE IL MERCATO DELLE MATERIE PRIME”

Ancora Varqa, come sottolinea “Zero Hedge”, ha affermato: “Non c’è modo di impedire che i prezzi salgano fino a quando non saranno attuate politiche che probabilmente raffredderanno il mercato delle materie prime”. Questo sta a significare che il peso degli oli vegetali nell’indice dei prezzi alimentari FAO dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura continuerà a spingere i prezzi alimentari globali verso l’alto.



“L’impennata dei prezzi alimentari globali ai massimi del decennio non è una cosa da prendere alla leggera – si legge nel reportage –, ma un segnale inquietante per le economie di mercato emergenti, dove le famiglie destinano la maggior parte del loro budget al cibo. L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari può causare malcontento con i governi e scatenare disordini sociali”.