Oltre 150mila morti in UK per Covid da inizio pandemia ad oggi: questo è il drammatico dato con il quale si trova a fare i conti il Regno Unito in questo secondo sabato del 2022, quando sono stati registrati altri 313 decessi, che hanno contribuito a portare il totale delle vittime a quota 150.057. In particolare, si tratta del settimo Paese che supera il “traguardo” delle 150mila dipartite per Coronavirus, dopo Stati Uniti d’America, Brasile, India, Russia, Messico e Perù.
Come rivela la BBC, “anche il numero di decessi entro 28 giorni da un tampone positivo ha iniziato ad aumentare, arrivando a un totale di 1.271 negli ultimi sette giorni del 38,3% rispetto alla settimana precedente. Grazie alle vaccinazioni i ricoveri ospedalieri non stanno aumentando così rapidamente come durante le ondate precedenti; tuttavia, gli ospedali rimangono sotto pressione a causa dell’incremento delle degenze e delle carenze di personale”. Nel gennaio 2021, il Regno Unito è stata la prima nazione europea e il quinto Paese a superare i 100mila decessi segnalati per Covid.
150MILA MORTI IN UK: BORIS JOHNSON E LE RESTRIZIONI…
In merito al poco invidiabile record dei 150mila morti in UK, la BBC rammenta che i vaccini sono stati la vera svolta nella pandemia, indebolendo il legame tra infezioni e malattie gravi e, di conseguenza, di morti per il virus, anche se alcune dipartite rimangono tuttora inevitabili. In questo momento storico complicato, il primo ministro Boris Johnson ha detto che spera che l’Inghilterra possa fronteggiare l’attuale ondata di infezioni senza introdurre ulteriori restrizioni, anche se ha riconosciuto che più esponenti del sistema sanitario nazionale hanno asserito che si sentirebbero “temporaneamente sopraffatte”.
In Inghilterra è attualmente in vigore il piano B, che include maschere facciali obbligatorie nella maggior parte dei luoghi pubblici al chiuso, corridoi Covid per l’ingresso in alcuni grandi luoghi e la raccomandazione di lavorare da casa, laddove possibile. La Scozia, il Galles e l’Irlanda del Nord hanno però già introdotto misure più severe per i luoghi di ospitalità. Insomma, lo scenario è ancora critico.