Una persona di sesso maschile o femminile si può percepire di «genere» diverso da quello definito alla nascita e scegliere una propria «identità di genere» nuova. Ormai gli storici generi Lgbtq si sono ampliati, arrivando a circa un’ottantina, tanto che l’acronimo Lgbtq è stato rivisitato, aggiungendovi un «+» alla fine. L’identità percepita è dunque slegata da ogni oggettività biologica: ormai si è arrivati a parlare anche di identità di specie. La definizione si usa per quelle persone che non si identificano con la specie umana, ma si percepiscono appartenenti a varie e diverse specie animali, non umane.



Come riportato dal New York Post, a Berlino, presso la stazione di Potsdamer Platz, qualche giorno fa si sono radunate circa mille persone che rivendicavano il loro «diritto civile» di identificarsi ed essere socialmente riconosciute come animali diversi, spesso cani e gatti. I partecipanti alla manifestazione hanno sfoggiato vestiti e maschere ad hoc, abbaiando o miagolando e persino muovendosi a quattro zampe. A organizzare la manifestazione è stata l’associazione Canine beings. I partecipanti erano soprattutto persone giovani e adolescenti. Il fenomeno, chiamato «therians», vede come seguaci di tali teorie persone che sostengono di essere spiriti animali intrappolati in un corpo umano, come spiega Libero. Per questo indossano maschere feline o canine, mangiano da una ciotola, dormono in giardino e fanno versi animali.



Identità di specie: i casi iconici di uomini che si sentono animali

Chi sperimenta un’identità di specie e si sente un animale, come cane o gatto, è diverso dagli «otherkins», quelle persone che percepiscono dentro di sé la presenza di esseri inumani, come elfi, sirene, vampiri et similia. A Berlino si è tenuta una delle grandi manifestazioni pubbliche di questo tipo: eventi simili si tengono però sempre più spesso in tutto il mondo, soprattutto in Inghilterra, Usa e Giappone. Alcuni casi sono diventati iconici, come quello dell’ingegnere Toru Ueda, di Tokyo, che ha speso 23.000 dollari per diventare un cane, oppure quello di una ragazzina svedese che si percepisce come una renna e mangia da una mangiatoia nel giardino di casa.



In Italia, i casi di questo tipo sono pochissimi, spiega Libero, quotidiano secondo il quale è evidente la dissociazione di personalità di queste persone che cercano un riconoscimento sociale pubblico, cioè la legittimazione di un «diritto civile» legato alla persona. A Berlino i manifestanti invocavano esattamente questo riconoscimento: vogliono vedere riconosciuti i loro diritti democraticamente. In queste persone si manifesterebbe una sorta di «autopoiesi», cioè di costruzione di una verità soggettiva arbitraria, che diventa realtà incontestabile in ogni singolo individuo.