Quando partiamo con la prima domanda, Matteo Salvini, segretario della Lega, ci ferma subito perché vuol fare una premessa. “Sono felice di sottolineare il tema delle libertà tanto caro al Meeting. Libertà educativa per scuole cattoliche e paritarie, libertà di cura, libertà di pensiero, libertà economica – in queste ore hanno pagato le tasse 5 milioni di autonomi –, libertà di informazione che manca totalmente”.



Oggi sarà la prima volta di Salvini al Meeting di Rimini. L’ex ministro dell’Interno interverrà all’appuntamento organizzato dall’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà insieme a Boschi, Delrio, Lupi, Meloni, Tajani.

Cominciamo dal tema di oggi: “il Parlamento serve ancora”? 

Serve, soprattutto con questo Governo che vuole decidere tutto a colpi di stati di emergenza quando l’emergenza è inesistente, e di decreti urgenti senza urgenza.



Perché lo fa?

È una maniera per evitare il confronto e misurarsi con i numeri, soprattutto al Senato, e con le richieste, le proposte e le sofferenze del Paese reale.

Il Parlamento serve, lei dice, però la Lega è favorevole al taglio dei parlamentari: perché?

Abbiamo votato per quattro volte per il taglio dei parlamentari e non cambiamo idea adesso. Era e rimane un’iniziativa finalizzata a rendere più snello ed efficace il lavoro delle Camere, che si dovrebbe accompagnare a una riforma in senso federale e moderno dello Stato. La Lega ha sempre votato con coerenza, mentre il Pd e Renzi hanno cambiato idea solo all’ultimo e rinnegato le loro battaglie pur di accaparrarsi le poltrone e il potere.



Fermare Salvini, l’unico collante che ha messo insieme M5s-Pd un anno fa, non sembrava sufficiente a garantire la durata del governo, invece Conte è saldamente in sella. Come mai?

Non direi “saldamente”. È un accordo tra disperati, frutto di una manovra di palazzo. Sono minoranza nel Paese e stanno facendo danni in tutti i settori, passando il tempo a litigare, dalla scuola alle tasse, dagli aiuti al made in Italy fino all’immigrazione, dalla giustizia alla politica estera, dove purtroppo oggi l’Italia è inesistente. Conte-Pd-M5s-Renzi cercano disperatamente di evitare il confronto parlamentare e temono le elezioni, ma presto gli italiani potranno decidere il proprio futuro. Ne sono convinto.

Quando si vota?

Il più presto possibile! Intanto a settembre avremo ottime notizie dalle sette elezioni regionali, sempre che non si inventino qualcosa per non farci votare.

C’è un’emergenza Covid secondo lei oppure no?

Ora no, lo dicono i numeri, i primari, i medici dei pronto soccorso e delle terapie intensive. Chi dice il contrario, ovvero il governo, è in malafede e fa terrorismo per mantenere il potere. Ma così si fa del male all’Italia: ora il Covid è gestibile senza allarmismi.

Cosa fate se il governo in ottobre proroga ancora una volta lo stato di emergenza?

Siamo pronti ad ogni tipo di iniziativa, democratica ovviamente, nelle piazze e in parlamento. È assurdo parlare di emergenza in mancanza di emergenza, sarebbe un insulto per gli italiani e per la democrazia. Ricordo che il 3 ottobre andrò a processo a Catania per aver difeso i confini, quando ero ministro: spero che Conte-Pd-5Stelle-Renzi non aggiungano un’altra vergogna inventandosi l’ennesima proroga dello stato di emergenza.

Serpeggia l’ipotesi in ambienti parlamentar-governativi di rimandare il voto delle regionali.

Sarebbe gravissimo, uno sfregio alla democrazia. Non sarebbe accettabile ma da questo governo è lecito aspettarsi di tutto.

Ma a lei cosa risulta?

Prima Conte ha sollecitato un accordo tra Pd e 5 Stelle soprattutto in Puglia e nelle Marche. Dopo la rivolta dei grillini, hanno iniziato a parlare di rischio slittamento per elezioni e riapertura delle scuole. Vergognoso.

Il governo si affida al tris Recovery Fund-Sure-Mes. Lei è contrario soprattutto all’ultimo. Anche agli altri due?

Non credo servano all’Italia, perché sono prestiti – condizionati! – che non arriveranno subito, mentre le famiglie e le imprese ne hanno bisogno adesso. In cambio del prestito, l’Europa ci detterà condizioni precise come l’abolizione di Quota 100 e il divieto di tagliare le tasse. Assurdo e pericoloso. Il problema principale è che questo governo ha giocato solo la carta comunitaria pur sapendo – spero – che i fondi comunitari necessitano di tempo per l’erogazione e sono sottoposti a strette condizionalità, a “ricatti” direi.

Che cosa avrebbe dovuto fare il governo?

Utilizzare liquidità domestica per imprese e famiglie al giorno uno della crisi, come hanno fatto tutti gli altri Paesi europei, e poi giocarsi altre carte. Il tempo è un fattore chiave nelle crisi. Il governo non ha nemmeno sfruttato a pieno gli spazi aperti a livello comunitario sugli aiuti di Stato e in mesi di negoziazioni non si è messo mano alle condizionalità su cui tutti si dicevano pronti a intervenire. Il problema vero è che al governo nessuno ha le competenze necessarie per gestire l’economia del Paese, figuriamoci durante una crisi.

Come fare a meno di questi strumenti tutti basati sulle strette condizionalità Ue?

Con l’emissione di titoli di Stato italiani, cosa che il governo ha fatto troppo limitatamente. Gli italiani sarebbero pronti a finanziare il futuro dei loro figli e un grande piano di rilancio e di infrastrutture. È assurdo restare ostaggio di Bruxelles, Lussemburgo e Berlino.

Con FI e FdI lei ha firmato un’intesa di coalizione in vista delle regionali. Berlusconi è pro-Mes e a favore di Conte. Il centrodestra non è mai esistito. Cosa risponde?

Il centrodestra esiste e governa bene centinaia di comuni e molte regioni italiane, nelle ultime ore anche Forza Italia ha confermato che non c’è possibilità di collaborazione con Conte, Pd e 5 Stelle. Il centrodestra vincerà le elezioni e governerà bene.

Di recente ha citato in parlamento il principio di sussidiarietà. Perché?

Perché è un valore che fa parte del Dna della Lega. Esattamente il contrario di quello che pensa l’attuale governo: il governo dei sussidi, dei divieti, delle chiusure, delle imposizioni, della burocrazia.

Lei è di nuovo al governo: ci dica i suoi tre provvedimenti economici per ripartire.

Pace fiscale fra italiani ed Equitalia: lo Stato ha 950 miliardi di crediti con cittadini e imprese, che non incasserà mai. Meglio chiedere il 15% di quegli importi, stralciare le cartelle, incassare e liberare i cittadini da un fardello insostenibile. Flat tax al 15% per famiglie e imprese, con quoziente famigliare. Liquidità immediata con garanzie vere alle banche per riparare i pasticci del governo e dell’Inps: a distanza di mesi non hanno ancora pagato la cassa integrazione a migliaia di italiani, una vergogna assoluta e un dramma per troppe famiglie. E soprattutto taglio della burocrazia e del Codice degli appalti sul “modello Genova”, per riaprire tutti i cantieri fermi.

(Federico Ferraù)