La vittoria degli Europei di calcio e le Olimpiadi di Tokyo 2020 sono fonte di grandi soddisfazioni per lo sport italiano, costituito da una moltitudine di pratiche, individuali o collettive, che riflettono le evoluzioni sociali ed economiche. L’attenzione, anche nelle politiche pubbliche, è però troppo spesso concentrata sui grandi eventi piuttosto che sulle pratiche sportive ordinarie.

Le politiche per lo sport dovrebbero essere responsabilità condivisa tra attori e livelli di governo (si dovrebbe riflettere sull’assegnazione delle competenze e sulle risorse finanziarie) e sono una leva la cui attivazione è desiderabile per gli effetti positivi su altre scelte (ad esempio, la riqualificazione urbana, il turismo, la promozione del territorio, la salute) e in definitiva per aumentare il benessere sociale. Oggi gli eventi turistico-sportivi sono utilizzati come leva di promozione territoriale e sviluppo economico in piccole realtà. Dal punto di vista degli stili di vita e dei consumi, si assiste a un confine sempre più indefinito fra sport e tempo libero e tra centri fitness, wellness e benessere; si può quasi parlare di “benessere fisico” in generale, ricercato da un numero sempre più vasto di persone.

Anche per queste ragioni le agende degli attori e dei governi coinvolti dovrebbero avere una prospettiva strategica di lungo periodo, fondata sulla diffusione dell’accessibilità delle pratiche sportive per tutti. In questa direzione sono necessarie nuove forme di regolazione/incentivazione e di finanziamento della gestione/manutenzione e della realizzazione di impianti sportivi che rientrano a pieno titolo nel settore infrastrutturale.

In pratica abbiamo molti campi di calcio e poche piste di atletica per tutti. L’attenzione dedicata alle attrezzature sportive è scarsa sia dal lato delle nuove realizzazioni, ma soprattutto da quello della manutenzione, valorizzazione, riconversione e ristrutturazione di quelle esistenti, tendendo anche conto del fatto che gli investimenti possono essere o non essere remunerativi per i privati o richiedere l’intervento pubblico.

Mentre l’attenzione è spesso concentrata sulla realizzazione di nuovi stadi di calcio, è necessaria una riflessione sulla dotazione sportiva a livello territoriale, sulla conservazione e manutenzione, sull’adeguatezza rispetto alla domanda e alla diffusione delle pratiche reali. Naturalmente, anche per le politiche a favore dello sport l’evoluzione della spesa corrente e in conto capitale dei comuni è un buon indicatore, ma non costituisce una scelta prioritaria rispetto alle altre funzioni. Si dovrebbe analizzare la situazione media di conservazione e manutenzione degli impianti, la loro età e adeguatezza rispetto al variare di mode, stili di vita e consumi sportivi, la loro ubicazione rispetto a una città che, dalla costruzione degli stessi, si è ampliata fino a inglobarli.

Sono frequenti i casi di impianti isolati, sottoutilizzati e gestiti in modo inefficiente, con conseguente abbandono e frequenti sono le scelte progettuali non fondate su analisi e informazioni che giustifichino l’utilità e i vantaggi. Inoltre, è necessario aumentare a ogni livello di governo la capacità progettuale e realizzativa delle amministrazioni per ridurre i tempi di attuazione delle opere pubbliche.

Gli investimenti da parte dei comuni nelle infrastrutture sportive (sono desiderabili a livello sovracomunale per le piccole realtà locali) sono un’opportunità per la diffusione del benessere e della qualità della vita e per attivare processi virtuosi di trasformazione e rigenerazione urbana. Le azioni e i processi di riqualificazione intrapresi sotto la regia pubblica possono innescare il miglioramento della qualità urbana, andando a favorire successivi interventi anche da parte di operatori privati. Gli eventi sportivi ordinari e i nuovi sport urbani possono avere una funzione decisiva nel favorire l’innesco di meccanismi latenti o inerziali, l’appropriazione di luoghi, sbloccando finanziamenti, accelerando procedimenti burocratici e più in generale incrementando la capacità istituzionale

Sono necessarie politiche e risorse ordinarie per lo sport, anche per alimentare futuri successi e nuove medaglie olimpiche.

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