Sette persone sono state arrestate dalla guardia di finanza di Pavia, con l’accusa di truffa, per aver falsificato i vini prodotti. Come riferito da numerosi organi di informazione online in queste ultime ore, i sette finiti in manette erano tutti titolari di aziende vinicole e cantine sociali, nonché enologi, fermati a seguito di una lunga e articolata indagine condotta negli ultimi mesi dalle fiamme gialle locali. Nel contempo, sono state effettuate anche numerose perquisizioni presso cantine e aziende vinicole in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e dal sostituto procuratore Paolo Mazza, e la risultanza è stata la scoperta di una cantina del pavese, in cui vertici, in collaborazione con alcuni enologi, hanno messo in commercio del vino spacciato come Doc, di origine controllata, ma anche Igp e Igt, a indicazione geografica protetta e indicazione geografica tipica, in realtà contraffatto, sia per qualità quanto per origine e quantità.



OLTREPÒ PAVESE, FALSO VINO DOC, IGP E IGT: INDAGINI SCATTATE NEL 2018

All’operazione hanno partecipato anche gli uomini e i mezzi dei carabinieri della compagnia di Pavia, supportati da unità aeree, nonchè un cosiddetto cash dog, un “cane dei soldi”, quei felini chefiutano appunto la presenza di soldi. Le indagini erano scattate due anni fa, nel 2018, a seguito di alcuni accertamenti effettuati presso una cantina sociale dopo la vendemmia, dove era emerso un imponente “ammanco di cantina”, ovvero, una differenza fra il vino presente in azienda, e la quantità commerciale riportata sui registri (ben superiore), come riferito dai colleghi di Today. I vini spacciati ingiustamente per Doc, Igp e Igt, erano in realtà di qualità molto inferiore, e prodotti con uve non biologiche se non addirittura addizionati con degli aromi. Insomma, vinaccio di terza categoria.

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