L’intelligenza artificiale arriva anche in politica. Domenica scorsa l’Oman è stato chiamato a votare: alle urne, per eleggere la Shura, ossia la “camera bassa”, è stata utilizzata proprio la tecnologia. A Mascate il voto elettronico è già una realtà da anni: i seggi fisici e le urne non esistono più. Il Paese è infatti diviso in 110 collegi, tutti “virtuali”. Non è più consentito da tempo il voto tradizionale: è possibile esprimere la propria preferenza solamente tramite un’app da scaricare sul telefonino.
Gli elettori, come spiega Il Sole 24 Ore, devono scaricare un programma di riconoscimento facciale, unito alla lettura di un documento di identità con chip da parte del telefono che permette l’accesso a tale scheda elettorale, dove vengono votati i candidati. I dati vengono poi elaborati dall’intelligenza artificiale, che si presenta come una donna con il velo che parla in 5 lingue che fornisce informazioni statistiche e fa previsioni di risultati.
Voto in Oman con l’intelligenza artificiale: ottimo riscontro
Le prime votazioni con intelligenza artificiale sono arrivate dunque dall’Oman, di certo non un Paese considerato colosso informatico. Si tratta infatti di un piccolo e marginale Paese della penisola arabica, ma tutto ciò ha favorito il processo: si tratta infatti di una Nazione con bassa popolazione, meno di 5 milioni di abitanti, che sono però sparsi su un territorio vasto e mal collegato. Dal 1981, anno di creazione della Shura, sono stati sempre in pochi a recarsi al voto.
Grazie alla tecnologia, però, il voto è adesso molto popolare. Dall’estero hanno votato 14mila persone, dato più alto nella storia del Paese. L’affluenza al voto, tramite le app, è cresciuta di molto. Nella precedente elezione era passata dal 34% al 49% e ora è attesa sopra il 50%. Lo Stato, così facendo, taglia anche i costi, passando da 800 persone per lo spoglio a 500. Tutto è stato sviluppato dal ministero degli interni, che è così riuscito a superare il “digital divide”.