Poche ore dopo la morte del sultano dell’Oman, Qabus, è stato nominato il suo successore, il cugino Haitham ben Tarek, ministro del patrimonio e della cultura. Ad annunciarlo è stato il governo di Muscat che ha fatto sapere: “Haitham ben Tarek – le parole pubblicate su Twitter – ha prestato giuramento come nuovo sovrano dopo una riunione della famiglia reale, che ha approvato la scelta fatta da Qabus prima di morire”. In poche parole, il sultano defunto nella giornata di ieri, ha indicato come suo successore Haitham, e la famiglia reale ha accolto in maniera favorevole la nomina. Il nuovo sovrano ha già tenuto una prima dichiarazione pubblica, specificando che continuerà la “politica estera di non interferenza”, sulla falsa riga quindi di quanto già portato avanti negli ultimi 40 anni dal suo predecessore. “Seguiremo la rotta tenuta dal defunto sultano – le parole di Haitham – basata sulla pacifica convivenza fra le nazioni e i popoli, senza interferire negli affari interni degli altri, rispettando la sovranità delle nazioni e la cooperazione internazionale”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
OMAN, MORTO IL SULTANO QABUS: IL SUO SUCCESSORE È HATIHAM
E’ stato scelto il successore del sultano dell’Oman, Qabus, morto ieri, venerdì 10 gennaio, a 79 anni. L’erede è Haitham ben Tarek, attuale ministro del Patrimonio e della Cultura, nonchè cugino del defunto sovrano. Il nuovo sultano ha ricoperto in passato alcuni ruoli diplomatici di spicco, avendo rappresentato l’Oman all’estero, e accogliendo, ad esempio, i reali inglesi Carlo e la moglie Camilla, durante la visita avvenuta nel paese del Medio Oriente nel 2016. A scegliere il proprio successore è stato lo stesso Qabus, che ha appunto indicato il cugino, non avendo discendenti diretti, non essendosi mai sposato e non avendo figli. Come avevamo specificato nel focus precedente, la legge dell’Oman prevede che sia la famiglia del sovrano a scegliere di comune accordo il nuovo sultano, ma nel caso in cui non si giunga ad un’intesa comune, bisognerà aprire una busta lasciata appositamente dal defunto, e sottostare alle sue volontà: così è stato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
QABUS, MORTO IL SULTANO DELL’OMAN: AVEVA 79 ANNI
Il sultano dell’Oman, Qabus bin Said al Said, è morto nelle scorse ore all’età di 79 anni. A renderlo noto è stato il palazzo reale omanita. Il classe 1940 era fino a poche ore fa il sovrano più longevo al mondo, essendo salito al trono attraverso un colpo di stato senza spargimento di sangue nel lontano 1970, quando lo stesso aveva 30 anni. All’epoca spodestò il padre, Said bin Taimur, grazie all’aiuto, come ricorda Repubblica, di Londra. Il suo regno è stato sempre considerato con rispetto, avendo governato in maniera illuminata, ed essendo stato uno degli uomini politici più importanti del Medio Oriente delle ultime quattro decadi. Attraverso le sue azioni si è sempre mantenuto neutrale nei confronti delle varie dispute geopolitiche fra oriente, occidente, America, Russia, Medio Oriente, e via discorrendo, ma risultando decisivo nelle situazioni di conflitto. Fra le sue grandi opere, la realizzazione dell’università di Sultan Qaboos, e la grande moschea di Muscat, fra le poche al mondo aperte ai turisti, e dove si trovano un tappeto di 60 metri per 70, e un lampadario Swarovski di ben 14 metri.
OMAN, MORTO IL SULTANO: QUANDO SI FECE COSTRUIRE UNA FERRARI SW
Il sultano dell’Oman divenne famoso anche per cose più frivole, come ad esempio l’ordinazione su misura di una Ferrari station wagon, che la scuderia di Maranello costruì appositamente, dietro lauto compenso, nel 1996. Fra gli optional, la carrozzeria corazzata antimissile, i vetri antiproiettile, e un cruscotto pieno di diamanti. In occasione dei 25 anni del suo sultanato, invece, affittò per due concerti l’orchestra Bbc Philarmonic di Manchester, andando a prendere i 101 musicisti nonché i due direttori, attraverso il suo aereo personale. Unica pecca, il fatto che il sultano non avesse figli, di conseguenza, l’erede è stato scritto dallo stesso su un foglio che verrà aperto a 72 ore dalla sua morte, ma solo nel caso in cui i membri della famiglia reale non dovessero accordarsi su un altro nome.