Dopo 14 anni il discusso Omegle, sito di chat e videocall dal vivo che permetteva di far incontrare sconosciuti, chiude i battenti. Come si legge sul sito dell’agenzia AGI sarebbero state decisive le numerose denunce di abusi presentate dagli utenti che hanno obbligato così il fondatore a comunicarne il definito stop. Il servizio consentiva ad utenti casuali di chattare fra di loro online, ed era cresciuto di molto in popolarità negli ultimi tempi, soprattutto fra gli adolescenti e durante la pandemia.



Il tutto è proseguito fra mille perplessità fino alla scorsa notte quando è apparsa all’improvviso la foto di una lapide con un messaggio da parte del suo creatore Leif K. Brooks. L’uomo, originario del Vermont, aveva lanciato la piattaforma nel 2009 quando era poco più che maggiorenne, e oggi, motivando la chiusura, ha spiegato che il suo sito web “non è più sostenibile, né finanziariamente né psicologicamente”. La fine di Omegle, secondo l’agenzia AGI, va letta in un’ottica di maggior controllo da parte delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo che sta mettendo in ginocchio numerosi social anche potenti, leggasi ad esempio il caso di Facebook e Instagram costrette ad affiancare alla classica versione anche quella gratuita.



OMEGLE, CHIUDE DOPO 14 ANNI IL DISCUSSO SOCIAL: LA FAMOSA CAUSA DI UNA GIOVANE AMERICANA

La BBC ricorda come il social che ha chiuso i battenti è stato spesso e volentieri oggetto di polemiche a cominciare da un caso molto noto in cui una giovane americana accusò la piattaforma di averla “accoppiata” casualmente con un pedofilo. La stessa emittente inglese ha inoltre scoperto che Omegle è stato menzionato in più di 50 casi contro pedofili nel Regno Unito, Stati Uniti e Australia.

Brooks ha spiegato che “non può esserci un giudizio onesto su Omegle senza riconoscere che alcune persone ne hanno abusato, anche commettendo crimini indicibilmente atroci”, sottolineando la “costante raffica di attacchi contro i servizi di comunicazione” come Omegle da parte di “un gruppo di utenti dannosi”. Quindi ha concluso dicendo: “Per quanto vorrei che le circostanze fossero diverse, lo stress e le spese” contro tutto ciò “sono semplicemente eccessivi. Francamente, non voglio avere un infarto a 30 anni”.