«Dio grande e misericordioso», principia la preghiera di Colletta. Questa invocazione urta con la realtà, con la realtà per esempio dell’Ucraina e del pericolo di una guerra atomica. Come fa il popolo ucraino o ogni altro popolo che si trovi in condizioni simili, come fa a dire «Dio grande e misericordioso»? Dovremmo introdurre la parola “mistero”. Ma per fortuna – o per grazia, direbbero i cattolici – il mistero, il Mistero si è fatto carne. Solo una Presenza, la Presenza che ci stiamo preparando ad “incontrare” nel Natale, può spiegare, chiarire, incarnare il Dio grande e misericordioso. Chiediamo a Gesù Cristo adveniente cosa significa che Dio è grande e misericordioso: ci risponderà esaurientemente.
Continuo a soffermarmi sulla preghiera di Colletta: «Dio grande e misericordioso, / fa’ che il nostro impegno nel mondo / non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio». Il nostro impegno nel mondo è cosa nostra, una nostra responsabilità; ma che non sia distrazione dalla nostra esperienza di fede. Piuttosto spesso nella Chiesa l’impegno nel mondo è diventato esso stesso opus Dei: il lavoro santificato, la famiglia santificata, tutto ha la possibilità, nell’esperienza cristiana, di diventare santo. Omnis creatura bona.
Nella Prima Lettura il profeta Isaia è escatologico. Ho già detto che non ne capisco di escatologia. Ne capiscono i profeti, io non sono un profeta. «Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso». Quando? Quando è mai accaduto? Quando accadrà? Forse Isaia si riferisce al Paradiso. Ma l’uomo vive del presente, magari del miracolo presente. Dio lo sa.
Perciò il Natale, presenza umana di Dio. PS: Un versetto si addice alla testimonianza di Papa Francesco: «Percuoterà il violento con la verga della sua bocca».
Nel Salmo: «Perché egli libererà il misero che invoca / e il povero che non trova aiuto». È vero? Nella vita, nella vita reale è così? Se non introduciamo la carne di Cristo, la Chiesa, la carità della Chiesa, è tutto falso. Ecco perché il Natale di Gesù è veramente una grande festa.
Il Vangelo dice la cosa più natalizia di questa domenica, riprendendo Isaia: «Preparate la via del Signore». Ecco una affermazione centrata con il tema dell’Avvento. Prepariamoci alla venuta di Gesù, di Gesù bambino, la tenerezza di Dio. Nel Vangelo di oggi il protagonista è il grande Giovanni il Battista. «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!» Era vicinissimo il regno dei cieli, era lì, era Gesù presente. Noi oggi possiamo ripetere: Convertiamoci, perché il regno dei cieli è vicino! Infatti è prossimo, manca qualche settimana alla memoria di quell’avvenimento che è la nascita di Dio nella carne.