Oggi è la domenica della Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. La preghiera di Colletta dice: “Dio fedele, che nutri il tuo popolo con amore di Padre, saziaci alla mensa della Parola e del Corpo e Sangue di Cristo, perché nella comunione con te e con i fratelli camminiamo verso il convito del tuo regno”. Come si può notare c’è un’identità tra Dio e Padre: Dio è Padre. Questa identità, questa scoperta, oggi non è scontata: scoprire che Dio è Padre cambia la vita. Forse la crisi della figura del padre dipende dal fatto che il mondo moderno non riconoscendo più Dio non impara ad essere padre.
Anche il Salmo responsoriale offre spunti di riflessione. “Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion, perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento. Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce. Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. Così non ha fatto con nessun’altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi”. “Così non ha fatto con nessun’altra nazione”: Dio ha amato Israele, il popolo di Israele. Così opera Dio. Si sceglie, preferisce un popolo.
Leggiamo insieme il Vangelo, secondo Giovanni: “In quel tempo, Gesù disse alla folla: ‘Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo’. Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: ‘Come può costui darci la sua carne da mangiare?’. Gesù disse loro: ‘In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno’”.
In questo brano mi sembra degna di nota l’identità tra Gesù e la vita: in tutto il brano, così profondo che non oso molte parole, mi sembra evidenziata l’identità tra la carne e il sangue di Gesù e la vita. Chi mi segue avrà il centuplo quaggiù.
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