In questa quarta domenica di Quaresima, per la prima volta, nel percorso quaresimale viene pronunciata la parola Pasqua. “O Padre, che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente la redenzione del genere umano, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina”.



Nella Prima lettura, dal primo libro di Samuele, troviamo Dio che fa la prima mossa. È Lui che sceglie: “In quei giorni, il Signore disse a Samuele: ‘Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re’. Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato”. Dunque “Mi sono scelto tra i suoi figli un re”. Il passo seguente pone la differenza tra l’apparenza e il cuore, tra la superficie e la profondità: l’uomo vede l’apparenza, il Signore vede il cuore. “Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: ‘Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!’. Il Signore replicò a Samuèle: ‘Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta ciò che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore’”. Dopo aver visto sette figli, ne mancava uno, il più piccolo, che stava a pascolare il gregge. “…e lo Spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi”.



Il Salmo responsoriale contiene due versetti che sembrano descrivere la vita cristiana e la storia cristiana: “Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché Tu sei con me”.

Ecco il testo della Seconda lettura, dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini: “Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da coloro [che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: ‘Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà’”.



Il Vangelo, secondo Giovanni, è quello del cieco nato. Giova riprendere qualche passo. “In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: ‘Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?’. Rispose Gesù: ‘Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo’”. E dopo, verso la fine del brano: “Gesù allora disse: ‘È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi’”. Gesù dice: è per un giudizio che io sono venuto in questo mondo. Buon San Giuseppe!

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