L’antifona di oggi illumina il volto del Signore. “Il mio cuore ripete il tuo invito: ‘Cercate il mio volto!’. Il tuo volto, o Signore, io cerco, non nascondermi il tuo volto” Tutto il problema della vita è cercare un Volto, il volto del Signore: cerchiamo di concretizzare, cercando un volto vero, carnale, reale nel quale risplenda la divinità di Dio. Il Verbo si è fatto carne.
Nella Prima lettura, dalla Genesi, notiamo la fede di Abramo, una fede di sacrificio e di intelligenza, che, obbedendo al Signore, lascia la sua terra, la parentela, la casa di suo padre, per andare verso la terra che il Signore indicherà, e non mancano le promesse di Dio. “In quei giorni, il Signore disse ad Abram: ‘Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra’. Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore”.
Un versetto del Salmo responsoriale desta, oggi, perplessità: “dell’amore del Signore è piena la terra”. Quello che dice questo versetto è vero? Pare proprio di no. Guardando la terra, la situazione della terra, pare che l’amore del Signore non lo si possa affermare così tanto facilmente. Le nostre miserie non sono più cristiane.
La Seconda lettura, dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo, contiene una bellissima affermazione: “Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo”. Il Vangelo, cioè l’annuncio della Sua Presenza, ha vinto la morte – il problema della morte, che l’uomo non può risolvere, è stato risolto da Cristo morto e risorto; a Lui dobbiamo rivolgerci per risolvere il problema della morte – e ha fatto risplendere la vita: la vita, termine ultimo del desiderio dell’uomo.
Il Vangelo, secondo Matteo, presenta la Trasfigurazione. Mi soffermo su qualche passo: “Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: ‘Signore, è bello per noi essere qui!’”. Ecco: “è bello per noi essere qui!”. È una bella compagnia quella radunata lì, è una esperienza di compagnia bella quella che esprime Pietro, è un’esperienza di bellezza. “Ed ecco una voce dalla nube che diceva: ‘Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo’”. Gesù è l’amato: mi è difficile commentare questa profondissima breve espressione e definizione di Gesù. Forse già basta ripeterla per imparare.
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