“Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché con la tua grazia possiamo camminare sempre in quella carità che spinse il tuo Figlio a consegnarsi alla morte per la vita del mondo”. Così recita la preghiera di Colletta di oggi. La parola “grazia” è fondamentale: il cammino della vita, il cammino grande nella carità medesima di Gesù Cristo è possibile solo nella grazia di Dio. E io credo che la prima grazia sia la Sua Presenza, la sua compagnia.
Ecco il testo della alternativa seconda preghiera di Colletta: “Dio dei viventi, che hai manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l’amico Lazzaro, ascolta con benevolenza il gemito della tua Chiesa, e chiama a vita nuova coloro che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte”. Il pianto di Gesù per l’amico Lazzaro è una cosa bellissima, commovente, umanissima. Questo pianto rende umanissimo Dio, che ha manifestato la propria compassione in esso.
La Prima lettura è tratta dal libro del profeta Ezechiele. “Così dice il Signore Dio: ‘Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò’. Oracolo del Signore Dio”. Si potrebbe comprendere il brano con le metafore di “tomba” e “sepolcro”, come a dire “la morte dell’anima” e “la morte della vita”. Quando l’uomo non vive. Con il suo Spirito Dio ridona la vita. Ma non dimentichiamo che, nel cattolicesimo, lo Spirito arriva all’uomo attraverso una carne. Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam.
Il ritornello del Salmo responsoriale afferma: “Il Signore è bontà e misericordia”. Una affermazione che sembra stridere con la realtà dei fatti: tante cose non vanno bene e qualcuno potrebbe obiettare che non è vero che il Signore sia bontà e misericordia.
La Seconda lettura, dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani, è complessa. Eccola: “Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi”.
Il Vangelo, secondo Giovanni, tratta la resurrezione di Lazzaro, grande amico di Gesù. Riporto qualche brano. “Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: ‘Signore, ecco, colui che tu ami è malato’. All’udire questo, Gesù disse: ‘Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato’. Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro”. (…) “Disse queste cose e poi soggiunse loro: ‘Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo’. Gli dissero allora i discepoli: ‘Signore, se si è addormentato, si salverà’. Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: ‘Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!’”. “Gesù [rivolto a Marta] le disse: ‘Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?’”. La domanda è rivolta a ciascuno di noi: crediamo questo?
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